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L’amarezza del Policlinico: «Materiale sottratto al padiglione B. Ci appelliamo al senso di civiltà

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policlinico messina«Non sono ancora trascorsi nemmeno tre giorni da quando alcuni reparti, afferenti al  dipartimento di medicina interna, sono stati trasferiti dal padiglione C al  rinnovato padiglione B. Un trasferimento che come Azienda abbiamo ritenuto  fondamentale per poter assicurare ai pazienti maggiore confort e un ambiente quanto  più accogliente possibile.   Eppure nonostante un presidio di vigilanza — già a meno di 48 d’ore di distanza —  ci ritroviamo a dover segnalare comportamenti tutt’altro che signorili».   Inizia così la nota del Policlinico che denuncia la sottrazione di diverso materiale destinato ai reparti:  accessori per il bagno, cavetti di antenna per tv, specchi, due scaldasalviette dei bagni per disabili.  

«Tali sottrazioni, seppur poco rilevanti sul piano di un mero calcolo economico — prosegue la nota —,  minano nei fatti quel confort che tanto abbiamo cercato di costruire nella  realizzazione del padiglione B e che riteniamo faccia parte integrante di un  percorso di cura. Siamo rammaricati in primo luogo nei confronti dei pazienti e degli utenti ai quali  non possiamo che porgere le nostre scuse.  A chi ieri riusciva a guardarsi allo specchio o vedere tranquillamente la tv e oggi  non si spiega come sia possibile che manchi l’antenna, rispondiamo che abbiamo allertato il servizio di vigilanza h24; tuttavia non possiamo assicurare che ciò  sia sufficiente ad arginare le pretese di chi ha bisogno di staccare uno  “scaldasalviette” e portarlo via per sentirsi più ricco».   

Di fronte a questi atti così poco sensati, il Policlino auspica che a prevalere, d’ora in avanti, sia il superiore senso di civiltà: «Speriamo in un più semplice ma efficace senso  di rispetto — conclude —; non per la struttura e per chi ci lavora ogni giorno compiendo il  proprio dovere (sarebbe fantasioso pensarlo), ma quanto meno nei confronti di chi la tv avrebbe voluto vederla a casa e, di certo, se si ritrova in ospedale non è per  una “passeggiata” di salute, ma perché quella salute la richiede o la vuole  recuperare».       

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