Isola pedonale

“Isola sì, isola no”. Un tema, una realtà, tante riflessioni

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Isola pedonaleGiudizi e pareri sull’isola pedonale ampia ne sono stati forniti moltissimi, altrettanti sulla manifestazione di venerdì 14 marzo indetta da una primaria sigla sindacale del mondo delle imprese, dei servizi e delle professioni, che ha registrato una consistente adesione; quella che sembra mancare è un’analisi circostanziata delle conseguenze che ricadono sui flussi della viabilità, sui cittadini e quindi sulle aziende che direttamente vengono coinvolte dalle modifiche messe in atto in seguito ad apposite delibere dell’Amministrazione Comunale.   

È ovvio che non tutti coloro che sono intervenuti sono dei tecnici, ma è altrettanto vero che chi registra differenze notevoli nei numeri rispetto al passato recente, si tratti di passaggi pedonali piuttosto che di incassi, non può essere zittito solo perché portatore di interessi diversi o semplicemente non allineati a quelli dei sostenitori della pedonalizzazione!

Il vero “problema” non consiste nel dilemma – isola si, isola no – ma nella mancanza di memoria storica che Messina, le sue classi dirigenti o i semplici cittadini mettono a nudo in ogni circostanza ed a prescindere dall’argomento del momento.

Non è stato compreso né tanto meno metabolizzato, quanto è avvenuto in città a metà degli anni ’90.

Merita perciò ricordare un concetto sempre attuale, a maggior ragione in una fase come quella che la città sta attraversando, a causa della crisi che da qualche anno imperversa e che a detta di tutte le fonti si sta mostrando più dura e più ampia di quella degli anni ’90; nel corso della quale sparirono in rapida successione prestigiose aziende dei più diversi settori merceologici, con le loro capacità attrattive ed i posti di lavoro che riuscivano a garantire.      

Questa premessa si rendeva necessaria per portare sui giusti binari tutte le riflessioni a favore della zona pedonalizzata ampia del centro commerciale cittadino, ma anche quelle contrarie con tutte le variazioni possibili, avendo entrambe pari diritti ad essere esposte e valutate nel superiore interesse della città, di cui tutti – amministratori pubblici, cittadini ed operatori economici – sono parti integranti e con pari diritti. 

Ancora due puntualizzazioni sono necessarie, il terziario di mercato è l’asse portante dell’economia cittadina e che è inimmaginabile che una città come la nostra possa poggiare la sua capacità economica su questo o quel singolo “spunto” produttivo; al contrario devono essere più fattori che in sinergia tra loro danno il giusto contributo all’evoluzione socio-economica del territorio.

Prendere coscienza del passato e del presente, significa pertanto ascoltare senza prevenzione alcuna suggerimenti ed idee che provengono dal variegato modo del commercio, del turismo, dei servizi e delle professioni.

Cosa sta succedendo quindi, per far sì che gli operatori commerciali che svolgono la loro attività nella zona pedonale ampia “Cairoli” si siano trovati d’accordo per organizzare la protesta di venerdì pomeriggio? Niente di più che l’avere preso atto del calo delle loro vendite a far data dal 15 gennaio in un crescendo insostenibile, dovuto in parte alla crisi in atto ma anche alla chiusura di varie strade per l’attuazione della zona pedonalizzata!

Chi pensa che “operazioni” di questo tipo non riverberino effetti anche negativi, commette un grosso errore di valutazione, ed è ancora peggio sostenere che comunque i messinesi vanno educati, visto che le isole pedonali sono un segno di cultura e di buon vivere.

Insistere su queste impostazioni è anacronistico, per cui sarebbe meglio affrontare l’istituzione dell’isola in modo diverso e più consono, per arrivare a scelte realmente condivise in cui non ci possono né ci devono essere vincitori o vinti!

Fare affidamento solo sul desiderio di alcuni o sul gradimento “generalizzato” dei passanti intervistati dagli organi di informazione, è già di per se stesso una violenza, stante la differenza degli interessi in campo e visto che le eventuali negatività ricadono su terzi a cui non si vorrebbe dare il diritto ad esporre il proprio pensiero o mettendo in dubbio la veridicità dei danni che stanno subendo.

L’attuale impostazione della chiusura al traffico del centro città ha provocato un cambio sostanziale delle abitudini dei messinesi e sicuramente disorientato coloro che potrebbero raggiungere Messina dalla provincia, ed è questo il punto focale cha sta provocando il calo degli afflussi ed il conseguente calo delle vendite, che ha colpito e non sembri strano, anche farmacie, servizi parasanitari. Se non si prende atto di questa verità ineluttabile, è difficile qualsiasi ragionamento per arrivare a soluzioni ampiamente condivise.

È stato ripetuto più volte – sì all’isola, no all’isolamento – è da questo assunto che occorre ripartire, mettendo sullo stesso piano i desideri di coloro che apprezzano le isole pedonali e le preoccupazioni di quelli che stanno vivendo momenti di estrema preoccupazione per la capacità di sopravvivenza delle loro aziende, nel caso non venissero apportate all’attuale isola pedonale ampia, le modifiche che si riterranno più opportune per la salvaguardia degli interessi generali di Messina.         

L’auspicio è che nei prossimi incontri, le parti sociali riescano a trovare quelle soluzioni mediate che rispecchino visioni diverse, miranti comunque a dotare la città di quegli strumenti attrattivi realistici, graditi ai cittadini ed alle imprese. 

 

Aurelio Giordano

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