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Interrotto il servizio di sterilizzazione randagi dell’Asp 5. Preoccupa l’emergenza

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cani-randagiUn’emergenza che se non gestita per tempo e con le dovute accortezze rischia di gettare Messina nel caos. Cani e gatti potrebbero, a breve, andare a colmare il vuoto lasciato dai cittadini che abbandono la città per cercare fortuna altrove.

L’interruzione del servizio di sterilizzazione dei randagi, da parte dell’Asp 5, impensierisce non poco. La sede Asp di Giostra è chiusa ormai da una settimana per carenza di attrezzature e manutenzione. Un lassismo che potrebbe costare caro in termini di condizioni igienico-sanitarie e qualità della vita sia agli amici a quattro zampe che ai cittadini. D’altronde Messina — è risaputo — ha seri problemi di strutture a norma da adibire a rifugio per i randagi, e se si considera che in tutta la provincia i numeri parlano di 4000-7000 unità vagabonde, non bisogna essere un genio del calcolo per valutare il crescente problema. Il numero, già di per sé non esiguo, potrebbe aumentare ulteriormente se cani e gatti fossero liberi di riprodursi senza alcun controllo. Con le conseguenze del caso, certo non positive, per gli animali e per gli abitanti.

Se alla mancanza di strutture adeguate si aggiungono le chiusure — più o meno recenti — dei ricoveri dell’ex macello e della facoltà ex Veterinaria, la frittata è fatta. Ad effettuare la sterilizzazione, al momento, solo il canile di Castanea e una struttura a Giardini, ma è chiaro che la grande mole di lavoro — considerati i numeri — non potrà essere gestita da queste due sole realtà. L’assessore all’Ambiente, Daniele Ialacqua, ha già interpellato il nuovo commissario dell’Asp, Giovanni Migliore, chiedendo di risolvere al più presto la questione. Anche le associazioni animaliste e nove consiglieri della IV circoscrizione hanno “alzato la voce” a tal proposito.  

Se non si interverrà immediatamente, fra qualche tempo, il viaggiatore di passaggio in città potrà dire: «Messina? Una città con quattro gatti  e quattro cani… in via di espansione».

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