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Gruppi consiliari al Comune: chi li rintraccia in rete è bravo. Il Pd scrive in latino nel suo sito

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foto pd teesto latinoSe Internet unisce il mondo in una rete virtuale, a Messina è un fallimento l’interazione politica- cittadino. Il più comune degli intenti del web, infatti, si rivela un vero flop nella città dello Stretto, dove pensare di avvicinare la gente alla politica diventa impresa quasi paranormale, vista l’assenza in rete dei gruppi consiliari al Comune. Gruppi che il cittadino sa esistono -è lui stesso ad averli votati- ma dei quali, stranamente, non v’è traccia su Internet. Basta navigare per qualche minuto in rete, infatti, per scoprire come i 40 rappresentanti di contribuenti e no a palazzo Zanca facciano di tutto o quasi per non essere rintracciati.
Va detto che si tratta di una latitanza bipartisan che, non a caso, trova la sua unica eccezione nell’Unione di centro. Per il resto, destra e sinistra, maggioranza e minoranza, forze di governo e di opposizione sono “unite” nell’anonimato. E, a chi volesse chiedere delle informazioni sull’attività amministrativa o trasmettere degli input, la missione risulta davvero di quelle impossibili.
Il più avvolto nel mistero è il centrosinistra, in particolar modo il Partito democratico, presente in aula con ben 6 consiglieri, tra cui la presidente, Emilia Barrile. Chi va sul sito pdmessina.it può davvero dire di “aver visto cose che voi umani non potreste immaginare”. Cliccando sul link denominato “La Provincia” si può rinvenire l’ubicazione di tutti i circoli senza però i recapiti per contattarli. A lasciare quanto meno perplessi, però, è il link “Il Comune”, contenente esclusivamente un testo in… Latino. Provare per credere. In ogni caso, nessun indirizzo e-mail o numero di telefono o fax.
Chi volesse contattare il segretario provinciale, l’assessore regionale Nino Bartolotta, o gli altri vertici del partito, può solo lasciare un messaggio sul sito, senza la benché minima speranza di sapere se è effettivamente giunto a destinazione. A meno che non riceva un’eventuale risposta. Dalla perplessità si transita verso l’incredulità, andando a visitare il sito regionale dei Democratici: pdsicilia.it. Linkando le “Segreterie Provinciali”, si scopre che sono riportati il recapito telefonico e la sede di ognuna. Tranne di quella di Messina. Insomma, si fa di tutto pur di non farsi trovare.
Nessun sito online, nemmeno a livello regionale, per i Democratici riformisti per la Sicilia, sebbene presenti in Assemblea regionale siciliana con ben 5 seggi, due dei quali appannaggio dei messinesi Marcello Greco e Giuseppe Picciolo. Quest’ultimo presidente del gruppo. Anche in questo caso, sono 6 gli esponenti in Consiglio comunale a Messina, compreso il vice presidente vicario, Antonino Interdonato.
Per capire le ragioni di questo vuoto mediatico si potrebbe ragionare su come si stia parlando di una costola dello stesso Pd. Non a caso, a imitarne le gesta – e l’assenza totale sul web – sono i Progressisti democratici, rappresentati da 3 consiglieri. Si tratta di coloro che alle amministrative del 9 e 10 giugno scorsi venivano definiti renziani. Corrente allora minoritaria e oggi dominante, come è emerso pure dall’ultimo congresso nazionale del Partito democratico, grazie al ritorno di Francantonio Genovese nell’alveo degli ex democristiani. Certamente a lui più congeniale di quello di ispirazione cattocomunista di Pierluigi Bersani, dati il suo lignaggio e i suoi trascorsi nella Giunta provinciale di Giuseppe Buzzanca, nella seconda metà degli anni ’90.
Per restare in casa dell’ex sindaco, va rimarcata la scelta del gruppo consiliare Felice per Messina. L’unico sito web rintracciabile è felicecalabrosindaco.it, di stampo prettamente elettorale e nato per sostenere Felice Calabrò, allora candidato alla poltrona di primo cittadino. Qui, l’unico recapito è a lui intestato: ufficiostampacalabro@gmail.com. Davvero curioso se si pensa che Calabrò non è fra i 3 consiglieri comunali presenti in aula.
Altro caso degno di uno studio sociologico approfondito sarebbe quello del Megafono di Rosario Crocetta, che vanta 4 esponenti nel Consiglio comunale messinese. Esiste un sito chiamato ilmegafonomessina.it. Ma è un contenitore vuoto che nella home reca le immaginette di due candidati perfino trombati, Rosalinda De Francesco e Michele Fallo, e che rimane indifferente a qualunque sollecitazione qualora si clicchi sui vari link a disposizione. Compreso quello dei “Contatti”. Tutto il contrario del sito “gemello” della vicinissima Catania, megafonocatania.it, all’interno del quale sono indicati tutti i circoli della provincia e i relativi recapiti.
A struttura piramidale e pensato sempre in chiave elettorale, il sito del gruppo di Renato Accorinti, composto da 4 consiglieri. In renatoaccorintisindaco.it è possibile reperire l’indirizzo staff@renatoaccorintisindaco.it, insieme a una serie di profili Twitter e Facebook ugualmente incentrati sul “leader maximo”.
Una trattazione a parte meriterebbero i reduci del Pdl. Mentre risulta ormai anacronistico il sito pdlregionesicilia.it, prendono sempre più corpo forzaitalia.it, con tanto di account Twitter @forza_italia, e nuovocentrodestra.it. Ma niente ancora, su entrambi i fronti, a livello regionale o locale. Sebbene, di recente, Daniela Faranda e Salvatore Crisafi, il secondo è vice presidente del Consiglio comunale, abbiano annunciato la nascita del gruppo del Ncd, lasciando orfani Giovanna Crifò, Giuseppe Trischitta e Pierluigi Parisi.
Totale assenza dal web pure per Siamo Messina, con i suoi 2 esponenti sempre di area di centrodestra.
Non potendo attendersi miracoli da Antonia Russo, unica a essere approdata nel gruppo misto, non rimane che ricordare come ancora una volta “in medio stat virtus”. L’Udc, in aula con 6 consiglieri e quindi corposamente rappresentativa della cittadinanza, può appoggiarsi al sito udc-sicilia.it, con l’indirizzo info@udc-sicilia.it. Non solo: al suo interno ci sono i recapiti telefonici ed elettronici di tutte le segreterie provinciali. Compresa quella di Messina: messina@udc-sicilia.it. C’è anche un link dedicato all’hinterland peloritano, malgrado sia aggiornato al 6 gennaio 2013.
Nessuno è perfetto, del resto, anche se una piccola considerazione a margine andrebbe fatta. Quanto appena emerso non solo racconta, seppur parzialmente, quanto poco siano vicini i gruppi consiliari ai propri elettori, ma anche quanto sia negato a questi ultimi di poter davvero partecipare alla vita amministrativa della città. Dimostra, inoltre, come il frastagliamento di partiti e liste, che avviene durante la tornata elettorale, sia sempre strumentale alla conquista della poltrona e alla promozione dei candidati sindaco.
Superata la soglia del Palazzo, tutti, al di là delle sigle, si ricompattano nella grande famiglia d’origine, e cercano di “seminare” coloro che gli hanno permesso di incassare l’indennità ogni fine del mese.

Fabio Bonasera

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