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Ex scuola Catarratti, gli abitanti protestano per i lunghi “trasferimenti” di famiglie

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catarrattiGli abitanti della zona di Catarrati protestano per l’utilizzo dei locali dell’ex scuola elementare, nei quali recentemente la giunta Accorinti ha disposto il trasferimento delle tre famiglie, che hanno dovuto lasciare le abitazioni del complesso Zancle e per giorni hanno “abitato” a Palazzo Zanca. A segnalare il malcontento, l’ex Presidente della VI Circosrizione, Agatino Bonarrigo, e  il Presidente dell’Associazione Culturale Monte Cumia- Valle Camaro, Francesco Zaccone, che interrogano il Prefetto, il Sindaco e il presidente del Consiglio Comunale, per sapere se il trasferimento delle famiglie, con a carico numerosi bambini, sia da ritenersi  temporaneo o definitivo. «Per evitare forme di proteste eclatanti da parte degli abitanti della zona — si legge nella nota di Bonarrigo e Zaccone — si richiede di sapere gli sviluppi della situazione, quali provvedimenti siano stati adottati per le famiglie trasferite nella struttura dell’ex scuola elementare».

La protesta si unisce al malcontento già suscitato — secondo quanto riportato nella nota di Bonarrigo e Zaccone — dalla decisione «della precedente giunta Buzzanca di concerto con l’assessore Caroniti, che dopo la riunione nei locali parrocchiali,  in cui veniva evidenziata come soluzione emergenziale e assolutamente temporanea, ha stabilito il trasferimento di due famiglie dal campo nomadi ai locali dell’ex scuola elementare di Catarratti, ma ad oggi le due famiglie risiedono nella struttura dell’ex scuola elementare come se fossero locali comunali di civile abitazione».

Inoltre — proseguono Bonarrigo e Zaccone — gli ultimi trasferimenti, voluti dalla giunta Accorinti di concerto con l’assessore Cucinotta, sono stati disposti «senza alcuna riunione o coinvolgimento degli abitanti della zona». «La struttura — ricordano — è stata costruita con i fondi della legge Falcucci, e non avendo espletato il collaudo da parte delle vecchie Amministrazioni, è stata  abbandonata per anni rendendola soggetta ad atti vandalici e semidistruzione (rimozione dei pannelli, sanitari, impianto elettrico, porte, finestre vetrate ecc.) e con i fondi di risanamento dell’ambito “C“ la struttura à stata ristrutturata e resa fruibile al bene pubblico. È impensabile — concludono — che in una città definita metropolitana debbano subire sempre maggiori disagi i residenti dei villaggi anche se limitrofi al centro città; e in particolare Catarratti che risulta sprovvisto di qualsiasi servizio pubblico o centro di aggregazione, persino di botteghe ove effettuare la spesa».                                 

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