Castellaccio
«Detta anche Castel Reale – spiega Franz Riccobono – questa fortezza (situata a Gravitelli) veniva considerata nella storiografia locale come la più antica della città facendone risalire le origini addirittura al periodo Mamertino. In quest’ambito viene ricordata una enorme cisterna oggi non più accessibile che si trovava al centro della fabbrica. Questa era costituita da uno schema essenziale a pianta quadrangolare cui successivamente, nel XVI secolo, furono aggiunti quattro baluardi angolari».
«Rimasto per lungo tempo in abbandono – racconta – il Castello nel secondo dopoguerra fu utilizzato quale sede di una iniziativa benefica a favore degli orfani di guerra: la “Città del Ragazzo” voluta dal sacerdote Padre Nino Trovato. Le recenti superfetazioni (costruzioni improprie, pannellate, docce, servizi igienici all’interno della struttura cinquecentesca) sono oggi in gran parte in rovina e consentono la lettura dell’antica struttura fortificata fortunatamente rimasta integra ancorché nel più completo degrado».
«Da tempo – conclude Riccobono – si auspica il recupero di questa importante struttura che, oltre che sotto il profilo monumentale, presenta particolari caratteristiche sotto il profilo paesaggistico ed ambientale essendo posta all’apice di una collina dominante sul centro abitato e circondata da una sorta di parco urbano che meriterebbe un’adeguata fruizione».
(Foto dell’archivio di Franz Riccobono e Giangabriele Fiorentino)
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