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Messina, sospeso il giudice no-green pass Angelo Giorgianni

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Il giudice no-green pass Angelo Giorgianni, consigliere alla Corte d’appello di Messina, è sospeso dalle funzioni e dallo stipendio. A deciderlo, il Consiglio superiore della Magistratura (Csm) a seguito della richiesta presentata dal procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi. «Giustizia è fatta?»: si chiede il Magistrato.

Facciamo un passo indietro. Lo scorso 9 ottobre, il giudice messinese Angelo Giorgianni ha partecipato alla manifestazione no-green pass tenutasi a piazza del Popolo, a Roma. Nel corso della giornata di piazza, il magistrato è intervenuto sul palco per spiegare la propria posizione. «C’è in ballo una battaglia troppo importante, perché c’è chi vuole limitare la nostra libertà di pensiero e imporre una propria visione»: aveva dichiarato in quell’occasione.

Giorgianni aveva poi proseguito, dicendo che i manifestanti avevano dato un «preavviso di sfratto» a «coloro che occupano abusivamente i palazzi del potere» e aveva invocato nei confronti di questi ultimi una nuova Norimberga, chiedendo «giustizia per i morti, le privazioni, la sofferenza che hanno causato». Frasi che hanno fatto scattare l’immediata reazione del Ministro della Giustizia, Marta Cartabia, che ha incaricato i suoi ispettori di procedere ad accertamenti. Successiva la mossa del procuratore generale della Cassazione, mentre il gruppo di Area aveva chiesto l’apertura di una pratica in Prima commissione al Csm.

Su Facebook, il magistrato messinese ha commentato: «Giustizia è fatta? Angelo Giorgianni sospeso dalle funzioni e dallo stipendio, nonostante le sue dimissioni dalla Magistratura a decorrere dal 18 ottobre 2021 e prima ancora che siano accertate le sue responsabilità disciplinari, solo per avere affermato pubblicamente: “In nome del Popolo Italiano, il Green Pass è abrogato. Oggi il Popolo sovrano ha dato il preavviso di sfratto a coloro che occupano abusivamente i palazzi del potere. Oggi il Popolo sovrano reclama giustizia per i morti che hanno causato, per le privazioni, per i nostri figli e per la sofferenza. E noi per loro vogliamo un processo, una nuova Norimberga. E allora qua davanti a voi voglio dire, da magistrato sono venuto ad onorare il Popolo sovrano, il Popolo di Roma. E a coloro che dicono che la mia posizione è incompatibile con il popolo, dico: io tra voi e il popolo scelgo il popolo sovrano e lascio la toga, lascio la toga”».

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