Dopo gli ultimi scontri con il Consiglio Comunale, Cateno De Luca ha proposto di creare un intergruppo all’interno dell’Aula. L’idea, però, non è piaciuta a Massimo Rizzo (Libera Me) che reputa il gruppo “inutile” e invita il Sindaco a una “riflessione autocritica”.
Le ultime settimane hanno segnato una nuova incrinatura nei già traballanti rapporti tra il Primo Cittadino e il Consiglio Comunale. La famigerata “goccia che ha fatto traboccare il vaso”, in questo caso, è stata la bocciatura del contratto di servizio della nuova ATM s.p.a. Nel corso della Seduta “incriminata”, infatti, Cateno De Luca aveva abbandonato l’Aula, furioso, chiedendo una nuova votazione (che, avvenuta solo pochi giorni dopo, ha portato all’approvazione della delibera).
Nel corso del discorso di inizio anno, sulla scalinata del Comune di Messina, Cateno De Luca ha annunciato un “cambio di passo” e avanzato una serie di proposte ai consiglieri comunali, tra cui quella, appunto, di costituire un intergruppo denominato “Per Messina” che comprenda al suo interno membri della Giunta e del Consiglio Comunale. L’idea, però, non sembra convincere Massimo Rizzo, consigliere del gruppo Libera Me, che sostanzialmente la smonta, e spiega perché.
«Quale componente del Civico Consesso eletto direttamente dai cittadini, così come il Sindaco – afferma Massimo Rizzo –, ho dal primo momento deciso di votare favorevolmente le delibere che ritenevo essere nell’interesse della comunità, condividendo il percorso del cosiddetto Salva Messina finalizzato al risanamento finanziario dell’Ente e per scongiurare lo spettro del dissesto. Come me, ha ragionato la maggioranza dei consiglieri che non hanno mai posto in essere atteggiamenti ostruzionistici. La prova, che l’Amministrazione malcela, è stata l’approvazione delle delibere riguardanti la realizzazione del Salva Messina che, altrimenti, sarebbe morto prima ancora di nascere».
«Continuerò ad agire così – prosegue –, senza preclusioni ma anche lontano da adesioni fideistiche a percorsi che non siano condivisi sul piano delle scelte amministrative. I percorsi amministrativi si condividono nei contenuti, così come abbiamo fatto responsabilmente sino ad oggi nell’interesse della città. Per far questo occorre che anche il Primo Cittadino, con la stessa umiltà dimostrata sinora da noi consiglieri comunali, avvii una riflessione autocritica su ciò che non è andato nell’azione amministrativa dei suoi assessori e dei dirigenti delle partecipate da lui nominati. Infatti, se possiamo considerare pressoché positivo il bilancio di questo primo anno e mezzo di amministrazione, frutto della condivisione tra Consiglio e Giunta, vi sono tuttavia una serie di criticità imputabili agli assessori ed all’azione gestionale di alcune società partecipate».
«Nessuna difficoltà – continua Rizzo – a proseguire nel confronto nell’interesse esclusivo della città, cosi come avvenuto sino adesso e che ha consentito di avviare il percorso di risanamento nel rispetto dell’autonomia e dei ruoli che la legge assegna al Sindaco ed ai consiglieri, funzioni che prevedono che il Sindaco nomini nuovi assessori (compreso uno postdatato) e nuovi esperti, che appartengono alla sua sola responsabilità politica, ed il cui operato sarà valutato dal consiglio comunale e dalla città».
«Con questo spirito – conclude Rizzo –, non verrà mai meno il confronto con il Sindaco così come abbiamo fatto come gruppi consiliari in quelli che sono stati i passaggi più importanti per la città. Sindaco e Consiglio Comunale sono stati eletti direttamente dai cittadini, assumendo così un’importante responsabilità nei confronti della città. L’esercizio della democrazia è un’arte complessa che non prevede una richiesta immotivata di pieni poteri, in un clima di perenne campagna elettorale».
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