I “tagli” regionali mettono l’Ipab del Collereale in crisi profonda

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collerealeL’Ipab Collereale ha inviato una nota sottolineando come i “tagli” della Regione abbiano provocato una crisi ancora più profonda all’istituto. 

Questo il testo:

“Le Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, in molte regioni d’Italia non esistono più dal 2000, da quando cioè si sono trasformate in Asp o Fondazioni. In Sicilia, nonostante diversi disegni di legge, è sempre mancata la volontà politica di smontare l’attuale sistema e le Ipab continuano a sopravvivere. Si è proprio il caso di dirlo: sopravvivono! Perché se manca la volontà di privatizzare, mancano ancor di più le somme per sostenere le spese legate all’applicazione dei contratti collettivi, finanziata con la legge regionale n°71 del 1982. Anche quest’anno, come da diversi anni a oggi, la Regione ha decurtato il capitolo di spesa portandolo dai 6 milioni 500mila euro del 2012 a 4 milioni 800mila per il 2013. Un taglio di quasi il 30% che non mancherà di avere le sue ripercussioni sulle già bistrattate Ipab isolane.

In riva allo Stretto, a pagare le maggiori conseguenze sarà certamente la “Casa di ospitalità Collereale”, una delle poche Ipab produttive in provincia di Messina, dove si trovano attualmente ricoverati  160 anziani e che tra diretti e indotto da lavoro a oltre 150 famiglie. Una struttura che in passato si è retta anche grazie ai lasciti di privati e che oggi ha nel suo patrimonio una risorsa non al massimo: diversi locali sfitti e un’Imu che vale quasi 200mila euro di uscite!

Il personale (compresi gli oneri a carico del datore di lavoro, ndr) costa circa 3 milioni e se fino a 3 anni orsono la Regione contribuiva con circa 1 milione di euro, quest’anno a causa del taglio il contributo a stento supererà  i  450mila euro. E intanto i dipendenti aspettano ancora il pagamento di novembre, dicembre e 13ma 2012 e delle mensilità di marzo, aprile e maggio 2013. Come se non bastasse, oltre alla Regione che taglia, ci troviamo davanti l’Asl 5 che non riconosce più la retta maggiorata per gli invalidi: 150mila euro in meno ogni anno dal 2004; il Comune che non ha ancora provveduto a pagare le rette a suo carico per altri 150mila euro da gennaio a maggio; infine i Padri Rogazionisti, che dal 2006, unilaterlamente, hanno disconosciuto la convenzione sottoscritta con la Curia, in forza della quale avrebbero dovuto versare – dal 2006 a oggi –  circa 300mila euro quale contributo al mantenimento dei sacerdoti ricoverati presso la struttura di via Catania.

Sulla crisi della Casa di riposo si registra l’attenzione di molti, ma l’impegno di pochi”.

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