Nei giorni scorsi il Pd aveva acceso i riflettori su delle presunte irregolarità sul bando Amam per la nomina di un direttore generale e un direttore tecnico. In particolare, i consiglieri Claudio Cardile e Antonella Russo chiedevano al Sindaco quali attinenze ci sono tra la procedura di reclutamento esterna avviata da Amam SPA e la presenza sul cantiere di lavoro di Calatabiano (CT), giorno 24/07/2016, degli ingegneri Giovanni Barone e Christian Bonetti, i quali vengono indicati, unitamente a Giuseppe Aronica, tra le maestranze dell’Amam Spa quali coordinatori dei lavori, non risultando, pare, allo stato i suindicati professionisti essere dipendenti della medesima Società che si occupa del servizio idrico.
Gli ingegneri Barone e Bonetti replicano al Partito Democratico attraverso una nota stampa che vi riportiamo integralmente.
E’ singolare ritrovarsi citati in modo allusivo e diffamatorio in alcuni articoli di giornale dopo aver fatto il proprio dovere. Ma si sa, il periodo storico è quello che è, come anche la classe politica.
Probabilmente, per qualche consigliere comunale, la presenza dell’Ufficio Direzione dei Lavori in cantiere per seguire l’intervento che in 36 ore ha ridato l’acqua a Messina è qualcosa al di fuori del normale. Qualcosa di talmente strano, per il loro modo di ragionare, da far pensare che ci sia sotto qualcos’altro.
Certamente sembrerà curioso e deplorevole, alle menti più pure, il fatto che, pur vivendo tutti a Palermo e facendo parte del tavolo tecnico istituito da AMAM nel novembre 2015 per individuare le criticità del sistema acquedottistico ed indicare le soluzioni per evitare il ripetersi di una crisi idrica per Messina, l’incontro tra il prof. Ing. Aronica e gli scriventi ingg. Barone e Bonetti sia avvenuto a Calatabiano in cantiere, dopo l’incendio dei tubi.
Effettivamente è inusuale che un professionista, che peraltro è il direttore dei lavori, svegliato alle 5:30 del mattino di un sabato di fine luglio si precipiti a Calatabiano, mobilitando il proprio collega di studio, ing. Bonetti, per evitare la possibilità del ripetersi di una gravissima crisi idrica per Messina.
Effettivamente è grave il fatto che invece di passare il fine settimana come programmato con le famiglie, ci si è ritrovati a passarlo in c/da Piraino a Calatabiano, con il Presidente ed i tecnici di Amam, l’Assessore De Cola e le maestranze dell’Impresa, ad organizzare, seguire e verificare l’attività di ripristino del by-pass fino alla riapertura dell’acqua.
Per maggiore trasparenza andrebbe anche detto che in quei giorni il Direttore dei Lavori, cosa probabilmente gravissima per i paladini del rigore politico, ha partecipato all’incontro con il Prefetto e le massime Autorità Cittadine e di Protezione Civile, relazionando sull’andamento dei lavori di ripristino del by-pass.
Ed è da stolti avere lavorato nell’ambito del sopradetto tavolo tecnico, in stretta collaborazione con Amam, per mappare le vulnerabilità dell’Acquedotto Fiumefreddo, redigendo uno studio innovativo e probabilmente unico nel settore acquedottistico, che ha permesso di acquisire la progettazione preliminare degli interventi di messa in sicurezza dell’adduttore.
Certamente è inconcepibile, per le usuali abitudini locali, essere dei semplici ingegneri, privi di padrini politici, del tutto esterni ed estranei alla realtà messinese; peccatori di un peccato non redimibile.
Poi, magari, si scoprirà che la vera questione è che non c’è stata la crisi, il tutto è stato risolto in tempi eccezionalmente brevi, e non c’è stato lo spazio per le polemiche sulla mancanza d’acqua ai cittadini.
Essendo abituati ad assumerci responsabilità, abbiamo ritenuto utile “confessare” le nostre cattive abitudini e recenti manchevolezze che si sommano a quelle del novembre 2015, quando precettati dal Presidente Termini, nel giro di una notte progettammo il by-pass di Calatabiano ed in 3 giorni riportammo l’acqua in città.
Purtroppo, oltre alle cattive abitudini, siamo recidivi.
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