Sviluppo della città. Radicali: “Si dia parola ai cittadini con Referendum”

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L’immobilismo nello sviluppo e nella riqualificazione di questa città dipende, come spiegato dai Radicali in un comunicato –  da diversi fattori. “Non serve analizzare e sviluppare un discorso sulle cause che hanno determinato questa necrosi amministrativa – spiega la nota –  anche perché, in varie occasioni, è stata denunziata la responsabilità di un ceto politico che maschera la propria impotenza attraverso la ricerca di ogni possibile risonanza mediatica. I cittadini sono privati di fatto del loro diritto di conoscere, di proporre e decidere come risolvere i problemi. Le amministrazioni pubbliche impongono così soluzioni discrezionali su fatti importantissimi senza neppure uno straccio di reale chiara proposizione delle questioni”.

La vicenda degli strumenti di programmazione negoziata come Prusst e Pit, gli strumenti in deroga al Piano Regolatore Generale, Il Piano Regolatore del Porto mai discusso (nel lontano 2008 ) e mai adottato dalla Regione, la gestione delle aree dell’ente Porto trasferita all’Autorità Portuale, i contenuti del bando per la gestione dell’area della cittadella fieristica, l’area di Capo Peloro, non sono che alcuni esempi attraverso i quali si potrebbe dimostrare l’assoluta sconoscenza di questioni fondamentali da parte della stragrande maggioranza dei cittadini. Sconoscenza che però l’autoreferenzialità di certi soggetti politici trasforma in “volontà popolare”. Una sorta di gioco di prestigio”.

“La soluzione, per venire fuori dalla evidente incapacità di mediazione e di proposizione – spiegano i Radicali –  c’è ed è l’arma del referendum. Anche utilizzando l’art. 32 dello Statuto e derogando (attraverso un voto del Consiglio Comunale) da alcune parti che andrebbero successivamente modificate. L’amministrazione dia la possibilità a gruppi di cittadini (Comitati, Movimenti, Partiti, Associazioni. Ordini Professionali) di proporre delle soluzioni chiare e semplici per ogni argomento e poi dare la parola ai cittadini che, attraverso l’esercizio del referendum, potranno scegliere soluzioni che diventerebbero vincolanti. Sarebbe un vero esercizio di partecipazione e una dimostrazione di coraggio da parte della classe politica e amministrativa. Una partecipazione che vincolerebbe tutti gli enti coinvolti nel processo di gestione del territorio e nel futuro di questa città”.

“Siamo assolutamente e ottimisticamente convinti che il rinnovamento di una città, della nostra città in particolare, non sia un’impresa impossibile ma sia invece una scommessa fattibile e concreta.Certo le resistenze e le diffidenze non mancheranno. Così come i commenti e i giudizi negativi tipici di una cultura qualunquista. Quello che però ci interessa e di cominciare a rimuovere quel macigno di mediocrità che opprime la nostra comunità condannandola alla estinzione”.

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