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Messina. Doppio incarico per Salvo Puccio, la Lega: «Assolutamente contrari, ecco perché»

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Ancora polemica per il doppio incarico di Salvo Puccio come Direttore Generale di Comune e Città Metropolitana di Messina. Ad intervenire sulla questione è il gruppo consiliare della Lega, che ribadisce il secco “No” espresso in Aula al momento della votazione.

Lo scorso 20 settembre il Consiglio Comunale di Messina ha approvato lo schema di convenzione per il doppio incarico di Direttore Generale di Comune e Città Metropolitana. I due Enti avranno un unica persona a ricoprire questo ruolo, dividendone le spese. La delibera, al suo secondo passaggio in Aula, è stata approvata con 15 voti favorevoli e 13 contrari. Tra questi ultimi, quelli dei cinque esponenti di Prima L’Italia e Lega Salvini Premier.

«In relazione alla nomina a Direttore Generale della Città Metropolitana – scrivono i consiglieri –, in passato avevamo espresso voto favorevole nei confronti della dott.ssa Carrubba che si trova ad oggi investita anche dell’incarico di Segretario Generale nella Città Metropolitana. In linea con il voto espresso e dopo un’attenta e minuziosa analisi della delibera sottoposta al giudizio del Consiglio comunale, che ha potuto appurare le difficoltà legate alla copertura del doppio incarico da parte della Dott. Ssa Carrubba, la quale il più delle volte, non riesce a presenziare in aula a causa dei suoi innumerevoli impegni e viene sostituita dal suo vice Dott. Salvatore De Francesco il quale spesso e volentieri si ritrova a ricoprire il doppio incarico di Segretario Generale e dirigente del servizio. Pertanto manifestiamo la nostra contrarietà alla nuova nomina a direttore generale anche della Città Metropolitana del dott. Salvo Puccio».

Sulle spalle di Puccio, sottolinea la Lega, anche un terzo incarico: «Per l’esattezza, il dott. Puccio – ricordano –, si trova in tripla veste a ricoprire anche l’incarico di esperto nel Comune di Taormina. È chiaro che, responsabilmente, abbiamo votato contro la delibera della nomina che evidenzia anche un palese conflitto d’interessi».

 

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