È polemica a Messina per la nomina del nuovo comandante della Polizia Municipale: Maurizio Cannavò, “diviso” tra Ragusa e la città dello Stretto. A sollevare la questione, i vicepresidenti del Consiglio Comunale, Mirko Cantello e Giandomenico La Fauci, che chiedono spiegazioni al sindaco Federico Basile: «Incongruenze temporali e nelle modalità».
Facciamo un passo indietro. Il sindaco di Messina, Federico Basile, ha deciso di non prorogare il contratto dell’ormai ex Comandante della Polizia Municipale, Stefano Blasco, scaduto lo scorso 15 novembre. La decisione, secondo quanto spiegato anche ai nostri microfoni dal primo cittadino, deriverebbe da una questione di tempistiche: «Abbiamo intenzione – aveva affermato – di creare una posizione di Comando all’interno della Polizia Municipale di almeno 36 mesi, mentre il Comandante Blasco avrebbe potuto garantire solo altri 18 mesi». Da qui la scelta di rivolgersi altrove, in particolare al Comandante della Polizia Municipale di Ragusa, Maurizio Cannavò, con cui già da diversi giorni erano in corso delle interlocuzioni.
Fin qui tutto bene, non fosse che, segnalano i vicepresidenti del Consiglio Comunale, Mirko Cantello e Giandomenico La Fauci, arrivato lo schema di accordo tra il Comune di Ragusa e quello di Messina le tempistiche sembrerebbero non coincidere. Nel documento, infatti, si legge che la convenzione avrebbe durata di 6 mesi (prorogabili).
Inoltre, l’accordo preveda che il Comandante Cannavò si divida tra Ragusa e Messina: «Il Dott. Maurizio Cannavò – si legge nel documento – sarà utilizzato presso il Comune di Messina. Il dirigente garantirà la prestazione lavorativa ,senza vincoli di orario anche presso il Comune di Ragusa per un giorno alla settimana eventualmente utilizzando gli strumenti di connessione da remoto disponibili anche per lo svolgimento della prestazione in modalità agile. Gli enti determineranno in itinere le concrete modalità di svolgimento della prestazione in accordo tra loro e di concerto con il dirigente, in modo tale da assicurare l’ottimale espletamento integrale, in entrambi gli Enti, delle funzioni previste dalla legge, dagli statuti e dai regolamenti vigenti».
Da qui la contestazione di Cantello e La Fauci: «Da contestare – scrivono in una nota –, intanto, c’è la durata che non ha valore di 36 mesi assicurati come il sindaco Basile aveva dichiarato, in più Cannavò dovrà, comunque, svolgere le sue mansioni anche in un altro Comune. Evidente che l’impegno nella città di Ragusa non sia gravoso dal punto di vista temporale, ma per quale motivo l’amministrazione comunale di Messina ha tanto insistito per poter nominare una figura che non può svolgere in toto il suo incarico nella nostra città?».
«Domanda lecita – aggiungono –, a cui ne possono far seguito altre. Per esempio, preso atto della mancata riconferma di Stefano Blasco, perché Giovanni Giardina è stato nominato comandante facente funzione svolgendo, quindi, il doppio incarico dato che è anche il comandante del Corpo di Polizia della città metropolitana? Pare chiaro, quindi, quanto questa amministrazione (e in particolar modo il leader politico Cateno De Luca) siano avvezzi al non voler “collaborare” con personale non scelto direttamente da loro. In barba, però, alla condotta morale che richiederebbe una trasparenza cristallina in circostanze del genere. Cannavò, infatti, non è stato nominato tramite il famoso concorso pubblico (che chissà quando avverrà), ma in maniera diretta dal Comune di Messina stesso».
«Riteniamo – concludono – che tali modalità non siano adeguate al tipo di situazione e che parecchie incongruenze di tipo politico e amministrativo vadano chiarite in tempi brevissimi».
(Foto di repertorio)
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