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Elezioni Messina, De Domenico: «Partecipate usate da De Luca per fare campagna elettorale»

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MessinaServizi Bene Comune, Social City, Arisme, Patrimonio Spa, ATM: focus sulle partecipate del Comune di Messina per i consiglieri comunali di Pd e Movimento 5 Stelle, al fianco di Franco De Domenico in vista delle elezioni amministrative del 12 giugno 2022. Una mattinata per sviscerare l’argomento, l’aspra critica a ciò che è stato fatto dall’amministrazione De Luca, le proposte del centrosinistra.

Trasparenza, legalità, valutazione delle performance e dei bisogni dei cittadini, riorganizzazione del personale per garantire l’efficienza ed efficacia nella gestione dei servizi, istituzione dell’Amministratore Unico al posto dei Cda: questi i punti chiavi dell’azione che l’ipotetica giunta del candidato sindaco Franco De Domenico intende portare avanti in tema di società partecipate. Ad aprire la conferenza stampa, l’aspirante primo cittadino, che ha subito attaccato la gestione dell’era De Luca: «Le partecipate, che dovevano essere azzerate secondo la precedente amministrazione sono state incrementare, sono state usate per fare campagna elettorale con assunzioni a tempo la cui scadenza è coincisa con il periodo pre-elettorale».

«In questi anni – ha aggiunto – non si è garantita l’efficienza della macchina amministrativa. Abbiamo contratti di servizio non sempre chiari e precisi, una gestione patronale delle partecipate. Non abbiamo visto il controllo di gestione e della qualità dei servizi erogati. Su questa idea di partecipate – basata su trasparenza e qualità dei servizi – noi invece vogliamo impostare la nostra amministrazione. Non toglieremo posti di lavoro, ma regolarizzeremo secondo i criteri della trasparenza e della competenza».

La parola è poi passata ai consiglieri comunali uscenti di Pd, Libera Me e Movimento 5 Stelle: Andrea Argento, Felice Calabrò, Cristina Cannistrà,  Giuseppe Fusco, Gaetano Gennaro, Massimo Rizzo Alessandro Russo e Antonella Russo.

Il nodo della Patrimonio Messina Spa, Calabrò: «Non è necessaria, va liquidata»

Il primo “tema caldo” della mattinata è stato quello della Patrimonio Messina Spa. Facciamo un riepilogo veloce: si tratta di una società partecipata figlia dell’amministrazione De Luca, nata per garantire il censimento degli immobili comunali. A febbraio 2022 il Consiglio Comunale ne ha chiesto la liquidazione con una delibera. Delibera su cui il Comune ha fatto ricorso al Tar. Il Tar ha accolto il ricorso per carenza di motivazione. Oggi però, il Commissario Leonardo Santoro ne ha chiesto lui stesso la liquidazione.

A parlarne è stato Felice Calabrò, assessore designato: «Noi garantiremo, anzi implementeremo, i servizi resi dalle partecipate e garantiremo i posti di lavoro. Certo alcune partecipate non hanno ragione d’essere e qui avvieremo una liquidazione. La Patrimonio Spa l’abbiamo sempre osteggiata, non è necessaria, va liquidata. I servizi che le sono stati affidati possono essere svolti dal Dipartimento patrimonio».

Della stessa opinione il capogruppo uscente in Consiglio Comunale, Gaetano Gennaro, che si è focalizzato sul ricorso presentato dal Socio unico della partecipata (il Comune, ndr): «Non si era mai visto che dopo una votazione unanime del Consiglio Comunale, un amministratore andasse in una direzione diversa facendo ricorso al tar. Il ricorso è una vittoria di Pirro. Il tar annulla la delibera per carenza di motivazione, è un fatto formale. Gli uffici che hanno redatto la delibera l’hanno fatto in maniera incompleta. È una questione di forma della motivazione. È nell’interesse pubblico sopprimere una società partecipata che è superflua. Il Comune di Messina oggi dice che va posta in liquidazione. È un carrozzone, non ha prodotto niente in questi anni».

A rincarare la dose, la capogruppo del M5S, Cristina Cannistrà: «La Patrimonio spa doveva avere un ruolo fondamentale, quello di censire il patrimonio immobiliare. Noi non abbiamo votato favorevolmente la costituzione di questa società perché pensavamo che il lavoro possa essere svolto dal dipartimento. Già dai primi verbali della Partecipata che abbiamo esaminato in Commissione abbiamo notato che si faceva più un’azione amministrativa che gestionale. In una prima fase si è occupata solo di pagare i lavoratori che la componevano. Quando è approdato in aula il Piano di alienazione degli immobili comunali, con l’elenco degli immobili fatto dalla Patrimonio, questo elenco era errato».

Arisme (Agenzia per il Risanamento), Fusco: «È stata formata in violazione di legge»

Sull’Arisme, nata per gestire il risanamento delle aree baraccate di Messina, è intervenuto il consigliere del M5S, Giuseppe Fusco: «È il fiore all’occhiello dell’amministrazione De Luca, ma ci sono state violazioni di legge nella formazione di questa società. Sin dalla sua nascita non aveva e non ha oggi un direttore generale. Il direttore generale ha delle funzioni gestionali. Ho chiesto più volte di eliminare questa criticità ma non è stato fatto. Il direttore generale cura la gestione finanziaria dell’Arisme, gestisce il personale, sottoscrive gli appalti. Abbiamo lavorato cercando di garantire efficacia ed efficienza delle partecipate. La risposta sono stati attacchi bullistici da parte della precedente amministrazione».

MessinaServizi Bene Comune, Antonella Russo: «Si è trasformata in stazione appaltante»

Lungo il discorso su MessinaServizi Bene Comune, introdotto da Antonella Russo, assessore designato e consigliera comunale uscente del PD: «Come consiglieri comunali abbiamo cercato di fare un focus su tutte quelle situazioni che ci sono sembrate poco chiare. Abbiamo fatto attività di ispezione e chiesto l’accesso agli atti. L’Amministrazione però non ha risposto alle interrogazioni e non ci ha dato l’accesso agli atti. Un esempio? Abbiamo chiesto chiarimenti sull’affidamento del verde della gestione del verde dello Stadio San Filippo alla Partecipata; abbiamo chiesto spiegazioni sull’affidamento esterno dello spazzamento a una società catanese. Su un punto ci è stato detto di guardare la sezione dell’amministrazione trasparente sul sito di MessinaServizi, sull’altro non hanno risposto».

«MessinaServizi – ha aggiunto – pur essendo in house providing, di fatto si è trasformata in semplice stazione appaltante. Molti dei servizi che dovrebbe svolgere in casa sono affidati all’esterno.Anche lo spiazzamenti è affidato all’esterno. In più, non ha un parco mezzi, li affitta da un privato. Tutto questo significa che i dipendenti della MessinaServizi non sono sufficienti per svolgere i servizi. Anche con il recente incremento dei 147 dipendenti, il numero non è sufficiente».

Su questo punto è intervenuto poi Felice Calabrò, che ha fatto da “moderatore” all’incontro: «È evidente che la gestione di MessinaServizi non è corretta. Noi capovolgeremo la gestione dei rifiuti e il modo in cui viene svolta la raccolta differenziata». Quali sono le proposte del centrosinistra? Pensare un servizio di raccolta differenziata che sia diversificato in base ai territori, lasciando il porta a porta dove funziona e utilizzando carrellati smart dove non è possibile. Riorganizzando il servizio porta a porta, ci dice Calabrò, sarebbe possibile riorganizzare il personale in modo da “liberare” parte dei dipendenti che attualmente si occupano della differenziata e consentirgli di garantire gli altri servizi.

ATM, Massimo Rizzo: «Abbiamo ancora una ATM in liquidazione, la vecchia società non è liquidata»

«Penso che chi ha votato De Luca nel 2018, ora non dovrebbe viste le promesse non mantenute. Ha dimostrato la più grande incoerenza politica»: secco il consigliere comunale uscente del Pd, Alessandro Russo, che si è poi concentro su ATM e sulle assunzioni al suo interno: «ATM sta facendo ancora in questi giorni chiamare per autisti, che più esposti hanno dimostrato essere basate su dichiarazioni mendaci. Dobbiamo assicurare che i servizi delle partecipate siano svolti con efficienza e dobbiamo fare chiarezza e trasparenza sui bandi per i lavoratori».

Sul tema è poi intervenuto il consigliere di Libera Me, Massimo Rizzo: «L’azione amministrativa della Giunta sulle partecipate non è stata casuale. Rientrava, e rientra tuttora, in un disegno politico. Sì è voluto svuotare il Comune, depotenziare tutto ciò che non è svolto dagli uffici affidandolo alle Partecipate, perché queste vivono nella gestione di persone di fiducia. C’è un deficit di trasparenza. Dobbiamo ricordare sempre una cosa: noi abbiamo una ATM Spa e una ATM ancora in liquidazione. Abbiamo liquidato ATM nel 2018 e ancora non sappiamo l’esito di questa liquidazione. L’ATM è in liquidazione, non è liquidata».

Messina Social City, Russo: «Offre servizi essenziali, ma va riorganizzata»

Infine, la Messina Social City, partecipata della Giunta De Luca, votata favorevolmente anche da Pd e Movimento 5 Stelle. «Dobbiamo mantenere le esperienze che hanno un senso, come la Messina Social City» ha specificato Calabrò. «Offre servizi essenziali – ha aggiunto Alessandro Russo. Però occorre fare un’analisi dei fabbisogni sociali dei cittadini per riorganizzarla al meglio. Lavora con oltre 150 lavoratori in part time della long List cui ad oggi l’amministrazione non ha voluto dare ancora certezze. Noi faremo le assunzioni in base al fabbisogno della città e garantiremo la trasparenza nelle procedure concorsuali di assunzione».

A chiudere, il consigliere comunale del M5S e assessore designato allo Sport Andrea Argento: «MessinaServizi gestisce quelle situazioni del “Franco Scoglio” perché all’amministrazione mancavano idee. Noi le idee le abbiamo. Quando amministreremo la città metteremo in campo le nostre idee per la gestione degli impianti. Voglio ricordare – ha concluso – che noi un focus sulle partecipate non lo stiamo mettendo in campo oggi, ma ci abbiamo lavorato quotidianamente in consiglio comunale». 

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