Con 6 voti favorevoli e 16 contrari il Consiglio Comunale ha detto “no” alla mozione “di fiducia” presentata da Nello Pergolizzi per invitare il sindaco di Messina Cateno De Luca a revocare le proprie dimissioni. Assente il Primo Cittadino, la Seduta è stata più movimentata del previsto, con tanto di allontanamento dall’Aula dell’assessore alla Pubblica Istruzione, Laura Tringali.
È fatta, il Consiglio Comunale si è espresso e ha bocciato la mozione presentata da Nello Pergolizzi, sebbene – come la maggior parte dei consiglieri ha sottolineato più volte –, la “mozione di fiducia” sia alquanto irrituale all’interno di un Comune. Ad aprire i lavori il promotore dell’atto di indirizzo, cui sono seguiti gli interventi dei singoli consiglieri. Duro il botta e risposta con gli assessori, ma anche tra i banchi del Civico Consesso, con uno scontro tra Serena Giannetto e Cristina Cannistrà, e in generale tra il Gruppo Misto (che ha poi votato favorevolmente alla mozione) e il resto dell’Aula. Diversi i momenti di tensione, quindi, due le sospensioni. Una delle quali è stata necessaria per il caos creato da un commento dell’assessore all’Istruzione Laura Tringali, poi fatta allontanare.
Cosa succede adesso? In teoria niente. Quello che è stato votato in Consiglio Comunale non è una vera mozione di fiducia, ma un atto di indirizzo. Ora spetta al sindaco Cateno De Luca decidere cosa fare. Che è, in realtà, quanto ha affermato con forza la maggior parte dei consiglieri: se il Primo Cittadino intende dimettersi, la scelta spetta a lui. In pratica, quindi, lo si saprà nelle prossime ore.
I voti dei consiglieri
I “No”: Andrea Argento (M5S), Felice Calabrò (PD), Cristina Cannistrà (M5S), Giovanni Caruso (Bramanti Sindaco), Giuseppe Fusco, (M5S) Gaetano Gennaro (PD), Nino Interdonato (Sicilia Futura), Giandomenico La Fauci (Ora Messina), Piero La Tona (Sicilia Futura), Paolo Mangano (M5S), Claudio Cardile (PD), Massimo Rizzo (LiberaMe), Antonella Russo (PD), Alessandro Russo (PD), Giovanni Scavello (Lega), Salvatore Sorbello (Ora Sicilia), Benedetto Vaccarino (Ora Sicilia).
I “Sì”: Ciccio Cipolla, Alessandro De Leo, Serena Giannetto, Nello Pergolizzi e Salvatore Serra del Gruppo misto; Libero Gioveni di Fratelli d’Italia.
Presenti 22 consiglieri su 32, assente Forza Italia. Ha votato anche il presidente Claudio Cardile (PD) – «perché è un voto politico» – che solitamente, per il ruolo istituzionale che ricopre, si astiene. Ecco cosa hanno detto i singoli consiglieri e due degli assessori della Giunta De Luca, Carlotta Previti (attuale vicesindaco) e Dafne Musolino.
Le dichiarazioni di voto dei consiglieri comunali
Gaetano Gennaro (PD): «Questa Seduta è impropria»
«Ritengo che questa Seduta sia impropria per il merito della discussione che ci troviamo ad affrontare. Bisogna stabilire i fatti come si sono svolti. Noi ci troviamo davanti a un Sindaco che ha scelto di dimettersi, in modalità “postdatata”. Cosa che ho scoperto si fa solo da quando è in carica questa Amministrazione. L’ha fatto per motivi esterni al Consiglio Comunale e le ha legate a un altro soggetto, esterno, il dirigente generale dell’ASP. Non ha nulla a che vedere con l’azione amministrativa di questo Comune».
«Noi non siamo chiamati qui a dire “chi volete libero, Gesù o Barabba?”. È evidente che ci sono dei problemi, ma non è questo il modo di risolverli. Il Consiglio Comunale non ha nulla a che vedere con le dimissioni del Sindaco. Non è il Consiglio che deve esprimersi in tal senso. Sono stato contrario a quella pantomima del “Cambio di passo”, sono ancora più contrario in questo caso. Tra l’altro, lui ha legato tutto ad una questione su cui non possiamo incidere, non possiamo noi agire sull’ASP. È una mancanza di rispetto nei confronti dell’istituzione che rappresentiamo. Il Sindaco ha sputato in faccia a tutte le istituzioni di questa città. L’isolamento in cui ci troviamo è stato studiato a tavolino dal sindaco. L’Amministrazione ha gettato la città in un senso di indeterminatezza con le sue ordinanze. Non dipende da questo Consiglio. Non posso votare favorevolmente».
Libero Gioveni: «Mi sono stancato di un sindaco che cerca sempre un colpevole»
«Ero tentato di non partecipare a questa seduta. Confermo quello che avevo già detto. Il mio voto sulla mozione nel merito non potrà che essere favorevole, ma c’è un però, anzi, ce ne sono tanti. Il senso del mio intervento sui metodi del primo cittadino è di altro tono. Il Sindaco con il suo voler sempre giocare d’azzardo con chiunque incontri, ha preteso di fare sedere al tavolo anche il Consiglio, che non c’entra. Sono già come finirà, con quelle 17 fiches che Cateno non riuscirà ad accumulare.
Mi sono stancato di un sindaco che deve sempre trovare un colpevole. Noi non siamo Ponzio Pilato, né vogliamo fare come lui, facendo scegliere al popolo con le elezioni anticipate. I cittadini hanno altro a cui pensare oggi. Con una mossa schettiniana ha deciso di abbandonare la città alla deriva. Si comporta come un bambino capriccioso che vuole la caramella. Mi sono stancato di assistere ai suoi colpi di teatro da drammaturgo. Prima racconta con la lacrima la storia di una ragazza che ha perso la madre per covid e dieci minuti dopo si scaglia contro di noi. Sfido chiunque a riuscire a cambiare in dieci minuti il proprio stato d’animo da provato per il dispiacere a cattivo, iracondo, spregevole contro di noi che, a differenza sua, non rappresentiamo la massima autorità sanitaria. Mente sapendo di mentire. Il mio auspicio è che se il sindaco vuole davvero bene a Messina, metta un punto a questa telenovela».
Benedetto Vaccarino: «Questa Seduta è inappropriata»
«Voterò contrario a questa mozione. È una seduta inappropriata. Sono solidale con il sindaco sul fatto che l’ASP fa acqua da tutte le parti. Abbiamo dato la fiducia al sindaco a inizio mandato, quando come nuovo sindaco aveva un programma da attuare e ce lo ha sottoposto. Siamo stati presenti e da allora, con i tempi dovuti, abbiamo votato quasi tutte le delibere, compreso il bilancio di ieri. Credo che il sindaco non si debba dimettere, non sarebbe una scelta saggia. Non faccio polemica. Se vuole stare alla guida della città ritiri le dimissioni. Appoggeremo le sue delibere se sono utili per la città».
Salvatore Serra: «Il Sindaco non lasci la città»
«Non commento le posizioni dei miei colleghi, rispetto tutti i pareri. Ritengo che il sindaco sulle questioni legate al problema pandemico abbia svolto un ruolo determinante e in solitario rispetto ad ASP e altri soggetti. Non dimentichiamo cosa sta vivendo la nostra città. Il dato fondamentale è uno: l’ASP non funziona. Se il sindaco ha alzato i toni, anzi, gli dico grazie a nome del gruppo misto e della parte della città che rappresento. Probabilmente il torto, se così lo vogliamo definire, da parte del Consiglio è stato quello di volere del tempo in più per discutere le questioni. Non lasci la città. Messina non ha bisogno solo di un sindaco che la difenda, la città ha bisogno del sindaco, che è la sua chiave di volta».
Salvatore Sorbello: «Siamo in un clima in cui la democrazia è estinta»
«È giunta l’ora delle decisioni irrevocabili. Anzi, è giunta l’ora dei conti, grazie a un assist fornito da Nello Pergolizzi. Siamo giunti a un punto di follia che ci tiene uniti a discutere su una mozione abnorme. Quasi dovessimo trattenere a forza il sindaco a non dimettersi. Nessuno lo ha invitato a farlo, altrimenti bisogna farlo con una delibera di consiglio che si chiama mozione di sfiducia. Quella di abbandonare la nave è una sua scelta».
«Ci ho riflettuto seriamente su cosa fare oggi e sono stato in difficoltà: se devo fare un ragionamento sganciato da una logica politica, il sindaco è un genio. Innanzitutto dal profilo amministrativo, è riuscito a farsi votare, in questi ultimi giorni in cui ha minacciato le dimissioni, una delibera per i servizi aggiuntivi di MessinaServizi e una analoga per AMAM, per svariati milioni di euro. È riuscito a far passare il bilancio con il voto favorevole del mio stesso gruppo, che lui ha attaccato più volte. La fiducia a questo sindaco è un voto politico. Siamo in un clima in cui la democrazia è estinta».
«Il sindaco non parla più di La Paglia, come mai? Cos’è successo? Se il sindaco si vuole dimettere lo faccia. Non vedo l’ora di vedere i suoi scatoloni fuori da queste stanze, i suoi e quelli dei suoi assessori. Voterò “no” alla fiducia».
Giovanni Scavello: «Messina è dilaniata, distratta da una telenovela»
«La mozione che stiamo discutendo non è un atto di denuncia, ma la condivisione di un percorso che il sindaco ha intrapreso. Noi questo percorso non lo condividiamo e non lo possiamo condividere. Il covid è stato uno strumento con cui il sindaco ha tenuto sotto scacco la città. Non è una questione di parolacce. Non condividiamo il suo modo di agire, le ordinanze che disponevano a piacimento le chiusure delle attività. La città è stata presa in ostaggio dal sindaco».
«Premesso questo, come facciamo a votare questa mozione? Come facciamo a non sottolineare che la città è dilaniata in un momento in cui si dovrebbe ragionare da comunità ed essere tutti concentrati con l’obiettivo di difendersi dal virus. La città è distratta da una telenovela. Condivisione della mozione non c’è. Il Consiglio il suo l’ha fatto. Il mio voto alla mozione è contrario».
Alessandro Russo: «Se De Luca se ne vuole andare che se ne vada»
«Siamo qui per dare seguito a una narrazione. Dal coronavirus questa città ha vissuto una narrazione costante che ha caratterizzato tutti i passaggi della crisi. Non è una questione solo politica ma è anche un concetto comunicativo. Discutiamo una mozione legata alla narrazione che il sindaco ha imposto in queste settimane. Stiamo discutendo di un tema meramente narrativo, uno scontro creato ad arte dal Sindaco. Questo Consiglio deve chiedere al Sindaco di agire politicamente e non solo sui social network.
Se De Luca se ne vuole andare che se ne vada. Non è più tollerabile che la città viva in questa grande narrazione politica. La narrazione in città è che il sindaco l’ha salvata. Sapete quante sanzioni questa amministrazione comunale ha staccato dall’1 ottobre al 15 gennaio 58 sanzioni. Meno di una ogni due giorni. Dov’è il controllo del territorio? La “grande capacità di gestire la pandemia? Andiamo con una narrazione dove il dato scientifico non esiste. Noi qua non ci spaventiamo delle elezioni. In un momento di crisi economica non si va ad elezioni. Quando un sindaco lacera il tessuto sociale come sta facendo lui da settimane, è un atto di responsabilità grave. C’è una strumentalizzazione politica da parte del sindaco De Luca. Voto no.
Giandomenico La Fauci: «Nessuno ha chiesto le dimissioni del sindaco, sta facendo tutto lui»
«Cateno De Luca sostiene di essere il difensore della città. Non rispetta il Consiglio fatto da uomini e donne eletti dalla città. Già il fatto di non essere presente, ieri, durante l’approvazione del bilancio. Ci siamo stancati. Che il sindaco si dimetta se vuole. Nessuno ha chiesto le dimissioni del sindaco, sta facendo tutto lui. Abbiamo votato il bilancio perché c’erano di mezzo i ristori, ma erano stati presentati emendamenti migliorativi cui l’amministrazione non ha dato ascolto. Il mio gruppo voterà contro».
Antonella Russo: «Siamo costretti a parlare del nulla davanti a una città smarrita»
«Ci viene imposta una votazione per convincere il sindaco a non dimettersi. Siamo costretti a parlare del nulla davanti a una città smarrita. Dibattiamo qui se dobbiamo convincere il sindaco. È una triste scena, e se fossi coraggiosa direi “inquietante”. O il primo cittadino non si dimette e revoca in “zona Cesarini”, e quindi cambia la sua parola, o si dimette. E se lo fa è perché ha altri scopi politici da perseguire oppure perché vuole ricandidarsi con la certa convinzione di essere rieletto e fare incetta di Consiglieri comunali. Nella “Contea De Luca” succede come nel film di Sordi: il TUEL lo diamo ai sorci, lo statuto ai gatti, la città è mia. Questa mozione non può che essere rigettata, perché mai avrebbe dovuto essere presentata».
Cristina Cannistrà: «L’uomo che urla non è un uomo forte, ma uno che nasconde insicurezze»
«Assistiamo al teatrino dell’assurdo. Non è competenza di questo Consiglio intervenire nel merito delle sue dimissioni. Il Consiglio può intervenire solo nel caso di una mozione di sfiducia. Questo è un atto di indirizzo. Più volte ci siamo trovati sul campo di scontro. Un soggetto che continuamente rimette queste dimissioni a mo’ di minaccia, che chiede conferme, ha una comunicazione aggressiva, nasconde insicurezze. L’uomo che urla non è un uomo forte, ma uno che nasconde insicurezze.
«Porta le delibere in aula senza dare il tempo di studiarle. Tratta le delibere come una scelta dell’Amministrazione che non piò essere intaccata dal Consiglio, e questo lo ha dimostrato la delibera di ieri. Non abbiamo condiviso il depauperare le funzioni del palazzo a favore delle partecipate. La città non merita una nuova campagna elettorale, ma pazienza, è il male minore se se ne vuole andare. Il mio voto è no. Non siamo una comparsa in questo teatrino».
Piero La Tona: «Le dimissioni sono una scelta di De Luca, deciderà in scienza e coscienza»
«“Molti nemici, molto onore”: questa frase, generalmente attribuita a Mussolini o a Giulio Cesare, è di un condottiero tedesco della fine del XV secolo. Ho l’impressione che a breve il sindaco scioglierà la riserva e dirà che resta per difendere la città. Anche se riuscirà a risanare i bilancio, il sindaco sarà riuscito a distruggere il tessuto sociale della città. Non appare condivisibile, ed è irrituale, dare una fiducia al sindaco. È una scelta del sindaco, solo lui dovrà decidere, in scienza e coscienza, se continuare il suo lavoro. Il vero unico nemico del momento è il covid. Io ed Interdonato voteremo in modo non favorevole».
Ciccio Cipolla: «De Luca un politico quasi perfetto»
«Sindaco De Luca, non credo esistano tanti amministratori e manager come te. Alle capacità di grande amministratore si aggiungono quelle di oratore. Per me sei un politico quasi perfetto. Dico quasi perché come ogni essere umano hai momenti di lucida follia».
Giuseppe Fusco: «Auspico che il Sindaco si dimetta»
«Il Sindaco e la Giunta hanno permesso la devastazione di una società. Il principio della ricerca del nemico di turno è molto pericoloso, un giorno La Paglia, poi il Consiglio, poi l’Assessore Razza. È il principio della distrazione. Poco ci manca che a casa dei consiglieri comunali arrivino schiere di persone aizzate dall’amazzone di turno del sindaco. Mi auguro che il sindaco, come non ha mai fatto, rispetti questa mozione. E voglio sperare che abbia una coscienza e coerenza. Mi auspico che il sindaco si dimetta perché lo considero, anche in questo contesto, il male minore».
Serena Giannetto: «L’unico a ruggire è stato il sindaco»
«Sulla situazione ASP c’è stato troppo silenzio. L’unico a ruggire è stato il sindaco. Mi rimprovero per non aver fatto azioni al riguardo da condividere in Consiglio comunale. Spero che De Luca faccia un passo indietro. Gli atti votati e intrapresi dimostrano la competenza di questa amministrazione. È il momento della continuità e non dei cortocircuiti».
Giovanni Caruso: «Non abbiamo bisogno di scontri»
«Se fossi stato il sindaco avrei cercato di trasmettere alla città calma e tranquillità. Non abbiamo bisogno di scontri. In questo modo la politica fallisce. Per la mozione di Pergolizzi, è chiaro che l’ASP ha enormi responsabilità, non posso votare favorevolmente per un motivo in particolare: non si può usare la città per strategie politiche che vanno oltre la pandemia».
Massimo Rizzo: «Dimissioni scelta irresponsabile»
«Non so perché il sindaco non sia presente, forse è stato convocato al Quirinale. Mi complimento con l’assessore Tringali perché è riuscita a fare peggio di Trimarchi. Ieri Mattarella ha richiamato al senso di responsabilità. Ha detto delle cose semplici: che delle elezioni non bisogna avere paura perché sono un esercizio di democrazia e che, però, il Paese è in una grande fase di emergenza, e quindi un governo dimezzato non potrebbe affrontare l’emergenza con la giusta energia. Se questo ragionamento vale e lo condivido, non posso che giudicare irresponsabile l’azione di chi mette in dubbio il proseguo della vita di una comunità».
«Abbandonare una comunità è un atto che dovrebbe essere l’estrema ratio e non per ragioni di tipo politico. Abbiamo il dovere di tenere la schiena dritta. La fiducia acritica non la do a nessuno e certamente – e mi riferisco a questa mozione – non la posso dare a un programma che non è il mio. Se si dimette compie una scelta esclusivamente personale in modo totalmente irresponsabile. Messina è isolata dal resto d’Italia. È stato l’unico Comune “extrarosso”. Ma pensiamo che nel resto d’Italia siano fessi? O è una questione di visibilità? Voto contrario alla mozione da parte di LiberaMe».
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