Si fa ancora più cupo il futuro di Messinambiente. In sede di reclamo, il tribunale ha infatti rigettato l’istanza di sospensione che l’amministrazione comunale aveva presentato dopo la maxi cartella esattoriale di 29 milioni di euro, recapitata lo scorso anno al Comune dall’Agenzia delle Entrate.
Il Tribunale ha inoltre disposto la trasmissione degli atti al pm, affinchè valuti l’eventuale formulazione di istanza di fallimento.
A questo punto si apre lo scenario delle ipotesi. In caso di fallimento, Messinambiente sarà affidata ad un curatore che gestirà la società in esercizio provvisorio. Il tutto, sotto lo stretto controllo del comitato dei creditori e dello stesso Tribunale.
Trattandosi comunque di un servizio igienico sanitario, il cui funzionamento è necessario alla comunità, la raccolta dei rifiuti verrebbe comunque garantita, così come i rapporti di lavoro. Ma la domanda appare ovvia: tutti i circa 600 dipendenti attualmente in forza alla società di via Dogali, manterrebbero il posto? Forse potrebbero essere troppi e il curatore fallimentare chiederebbe quindi al giudice di apportare un centinaio di tagli.
Uno scossone che potrebbe ripercuotersi anche sul piano di riequilibrio dentro il quale l’amministrazione comunale aveva inserito 32 milioni di euro proprio per fronteggiare le difficoltà finanziarie della società partecipata, attualmente in liquidazione.
Andrea Castorina
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