«Riprendiamo il lavoro sulla formazione, vero e proprio fulcro delle nostre attività», così Giuseppe Ministeri, presidente della compagnia “Daf-Teatro dell’Esatta Fantasia”, introduce la ripresa dell’attività laboratoriale.
Al Teatro Vittorio Emanuele, infatti, oggi, martedì 17 settembre, ricomincia il laboratorio di ricerca teatrale, guidato dalla coppia artistica, ormai consolidata, formata da Angelo Campolo e Annibale Pavone.
I due attori e registi messinesi, che da più di tre anni dirigono i laboratori del ciclo “Il Gioco più Serio”, hanno deciso di trattare quella che è forse la più celebre storia d’amore di tutti i tempi, “Romeo e Giulietta”, trasformandola in una vera e propria sfida per i partecipanti: scopo del laboratorio è infatti dar via a un processo creativo per attraversare la vicenda dei due giovani innamorati e i temi dell’opera (amore, morte, odio e redenzione) indagando un’altra grande protagonista del testo, la città.
Verona, infatti, è il luogo cardine dell’azione del dramma: in primo luogo per le lotte sociali che la attraversano e l’incapacità di trovare pace e accordo tra i cittadini — un tema dall’evidente e assai attuale richiamo — ed anche per la sua particolare geografia scenica che fa cambiare vorticosamente ambientazione alla storia, come fosse un film, tra strade, stanze di corte, saloni, balconi, sgabuzzini, chiese e cortili.
«Sin dagli inizi del laboratorio — racconta Annibale Pavone — è stato Shakespeare il punto da cui partire per mettersi in gioco e parlare di noi stessi. Questo ha portato a spettacoli come “Trafficu ppi nenti”, “Orchestra Shakespeare” e “Tempesta” in cui i versi shakespeariani si sono trasformati in una drammaturgia originale che ha utilizzato spesso anche il dialetto. Nel recente e ancora in divenire studio su Otello, spettacolo che ha già riscosso molti consensi in diversi festival di livello nazionale, abbiamo cominciato a indagare il rapporto tra giovani e adulti, tra la purezza dei sentimenti e il loro inquinamento, tra l’illusione e la disillusione. E sarà questo il tema al centro del saggio-spettacolo che concluderà, il prossimo dicembre, il laboratorio: quanto i contrasti e le lotte che quotidianamente facciamo o siamo costretti a fare per affermarci o semplicemente per vivere possano uccidere l’amore, la sincerità, la possibilità di vivere felici».
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