A dieci anni di distanza da “L’Ora di Socialità”, Toti Poeta torna a raccontare in musica le atmosfere dell’Isola e gli umori dei ragazzi che adesso sono diventati adulti: lo fa in “Tutta questa meraviglia”, nuovo disco che uscirà dopo l’estate per Viceversa Records, prodotto in collaborazione con Gianluca De Rubertis (Il Genio), anticipato dal singolo “Qualcosa per cui essere contento” pubblicato il 7 luglio.
«In questi dieci anni sono cambiate molte cose, – racconta Toti –, dal modo di farla a quello di ascoltarla. Credo di aver rifiutato per un periodo l’idea di stare al passo con una serie di dinamiche legate al processo creativo e promozionale che male si legavano al mio modo di vivere la musica».
Il nuovo disco di Toti Poeta
Esordisce nel 2006 con “TOTIPOETA“, poi è stata la volta de “Lo Stato delle Cose” di cui cantiamo ancora “Terre Libere” e de “L’Ora di Socialità“; in mezzo produzioni, direzioni artistiche e tecniche, e adesso il nuovo album. «Fare un disco – dice Toti – è un lavoro impegnativo e dispendioso in termini di energie e in tutto questo tempo, nonostante mi mancasse, non credevo di trovare la spinta per rimettermi in gioco, poi come ogni volta l’esigenza prende il sopravvento». E l’esigenza si è trasformata in un nuovo lavoro discografico di cui abbiamo ascoltato il singolo estratto uscito in anteprima per SentireAscoltare. Una canzone che conferma la capacità di Toti Poeta di tratteggiare la sua generazione, con uno sguardo autentico, con dire semplice ma vero, di quelle canzoni che ti assomigliano, proprio come qualcuno che legge il tuo sguardo.
Toti, nei lavori precedenti raccontavi una generazione che stava (e sta) cercando le sue risposte, le sue certezze; il disco nuovo che punto di vista ha? «Il nuovo album ha un punto di vista molto personale anche se raccolgo riflessioni che potrebbero toccare un qualsiasi quarantenne che come me ha vissuto il cambio repentino del mondo. Il disco racchiude le mie personali considerazioni su come sia cambiato il rapporto tra l’uomo e il pianeta terra, sulle fragilità dei nostri corpi e delle esigenze che questa società ci spinge ad avere. Parlo della meraviglia come sentimento dell’uomo alla base della ricerca di risposte che riguardano se stesso e il suo rapporto con tutto il cosmo».
Canzoni che sono arrivate in un momento, di getto, quando evidentemente tutto era al posto giusto. «Pensereste che in dieci anni avrei potuto fare una bella raccolta di idee e fare un lavoro di selezione e invece no. Una notte – racconta Toti – si è accesa una canzone in testa, era lì tutta intera: melodia testo arrangiamento, suonava come se la conoscessi già, allora ho deciso che valeva la pena scriverla e provare a ricordarmela l’indomani. Giorno dopo giorno avevo sempre più idee e voglia di non dimenticarle così dopo qualche mese avevo tutti i brani che compongono questo nuovo album».
Una cosa del disco che non sa ancora nessuno? «Questo disco è un grande regalo che mi sono fatto. L’ho realizzato esattamente come volevo, non ho pensato a nient’altro che a me, senza preoccuparmi di cosa va al momento. Ho lavorato nello studio che per me era giusto per l’album, insieme a Gianluca De Rubertis con cui c’è stato un grande feeling dentro e fuori lo studio. Alla mezzanotte del mio ultimo compleanno ero da solo in uno studio di Milano circondato da strumenti bellissimi, suonavo ed ero felice».
Qualcosa per cui essere contento
Così Toti racconta quei piccoli momenti di felicità, quelle cose che sembrano scontate e che invece sono il motivo per cui possiamo sentirci contenti, in pace con il resto del mondo: guardare Francesco imparare a parlare, una novità che ci fa alzare dal letto, sentirsi liberi di essere se stessi, trovare il posto giusto a tutte le parole, pensare di avere qualcosa da raccontare, inciampare su una possibilità che aspettavi da tempo, canta Toti Poeta. (La cover del singolo è di Cormac Porter)
Toti, com’è cambiato, se è cambiato, il tuo approccio a questo mestiere in questi anni? «Non credo sia cambiato tanto nel tempo, ho sempre scritto per necessita espressiva e mai per mestiere. Le uniche cose che cambiano sono le competenze che nel tempo sviluppi e allora pretendi di più da te stesso e speri di avere la possibilità di utilizzare strumenti sempre migliori per realizzare le cose che hai in testa, in questo disco devo dire di avere avuto questa fortuna».
Quanto sei emozionato? «Davvero tanto. Questo è un disco molto sincero che mette a nudo una serie di fragilità. Ho tanta voglia di portarlo in giro. Da qualche giorno ho iniziato a montare il concerto con la band e sentire i brani per la prima volta in assetto da live è stato davvero magico. Sono molto curioso di capire cosa arriverà alla gente di questo nuovo lavoro, al momento è appena uscito il singolo in anteprima e sto ricevendo davvero un affetto che non mi aspettavo».
Senza essere nostalgici, sembra che quella atmosfera musicale del passato che esisteva a Messina si sia rarefatta, cosa ne pensi? «Forse qualche anno fa, in realtà adesso mi sembra che ci sia un bel fermento. Vedo tante realtà diverse che stanno uscendo con nuovi progetti e tutti di qualità. Penso ai giovani e talentuosi Whistling Heads usciti dalla fucina del Retronouveau, così come i BasiliscusP, alla scena pop cantautorale con Roberta De Gaetano, Il Cuppari, Dario Naccari, Delvento e tutta la scena che gravita intorno ai ragazzi di Tuma Records. Mi sembra proprio che in questo momento ci sia voglia di fare e di creare».
Non ci resta che aspettare l’anteprima live di “Tutta questa meraviglia” al Mish Mash Festival 2023 in programma il 7 agosto. Sul palco con Toti Poeta: Milo Isgrò, Carmelo Drago, Francesco Incandela, Antonio Stella.
Foto di copertina di Francesco Algeri
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