La manifestazione degli artisti al Municipio di Messina. Quello che abbiamo visto

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Esterno giorno: manifestazione al Municipio di Messina. Protagonisti: gli artisti di Messina. Tutti di nero vestiti e in silenzio, o quasi.

Mariapia Rizzo in nero sta benissimo. Prende il megafono in mano, ricorda che la compostezza e il rigore sono i principi di questa manifestazione in piazza. Stesse caratteristiche che richiede il teatro. Ci sono anche tra gli altri: Sarah Lanza, Claudia Bertuccelli, Paride Acacia, Francesco Quero, Giovanni Renzo, Stefano Cutrupi, Manuela Caruso, Giacomo Farina, Gabriella Cacia, Elvira Ghirlanda, Daniele Mircuda, Alessandro Turchi, Paolo Galletta, La Stanza dello Scirocco, Cecilia Foti, Mariachiara Millimaggi, Antonio Previti, Francesco Papalia, Laura Giannone, Sasà Neri, Massimo Pino, Lelio Naccari, Lucia Vento, Christian Gravina, Lucilla Mannino, Marcantonio Pinizzotto, Tino Caspanello, Donatella Manganaro, Mauro Failla, Cristina La Gioia, alcuni compenenti de I Mirabili, Vaudeville, Francesco Coglitore, Giuseppe Ramires, Dario Naccari, Luca Stella, Vincio Siracusano, Denny Napoli.  Insomma, ci sono tutti. Tutti quelli che a Messina creano, inventano, producono e vivono di arte. Tutti a Piazza Municipio a manifestare.

Gli artisti in manifestazione al Municipio di Messina

«L’idea puntuale è stata mia in un momento di disperazione lunedì mattina – racconta Mariapia Rizzo, direttrice artistica insieme a Domenico Cucinotta dei Magazzini del Sale – e abbiamo immediatamente creato un gruppo, inserendo tutti quelli che si occupano di arte. È stato un guizzo condiviso da tutti e tutti ci siamo spesi nel concepimento concettuale di questa cosa».

I Magazzini – per immedesimarsi meglio con la disperazione di Mariapia – avevano riaperto il teatro di via del Santo con due spettacoli. «Oltre che con le restrizioni – continua Mariapia – bisogna confrontarsi anche con la legittima paura delle persone e nonostante ciò, con i pochi posti che avevamo considerato per essere fruibili, avevamo riempito il teatro. Era una vittoria morale. Rivedere un teatro che si riaccende dopo mesi di buio è sempre una gioia e adesso invece…».

Siamo al Municipio. Con le nuove misure emanate da Conte ormai una settimana fa, i luoghi della cultura sono stati chiusi (ad eccezione delle strutture museali).

Lo stesso vale per le accademie, come la On Stage che aveva riattivato i corsi in presenza. «Durante la pandemia abbiamo proseguito il percorso di propedeutica ma la messa in scena non è possibile pensarla per la distanza».

È ancora giorno a Piazza Municipio. Sul palco naturale si susseguono le voci. Quelle che calcano il teatro, che scrivono le note a margine sui copioni, quelle che provano e riprovano un giro di chitarra. Sono stanchi di essere inutili. Di non servire a niente. «Noi abbiamo chiuso prima di tutto questo – dice Giovanni Maria Currò direttore artistico, insieme a Mauro Failla, del Clan Off – non siamo riusciti a trovare un punto di incontro con il proprietario dello spazio. Avevamo iniziato i laboratori a Cristo Re per ripartire ma adesso siamo di nuovo qui».

La politica culturale a Messina

Tra i rappresentati del Consiglio Comunale vediamo solo Alessandro Russo. Sembra quasi che il Consiglio Comunale non aderisca (nel senso empatico della cosa) alla realtà messinese. Come due mondi paralleli, mettiamola così. «Questo è un problema – dice Russo – che si manifesta da anni. Il Consiglio ha difficoltà a immedesimarsi nei problemi della gente. È imbarazzante, devo dirti la verità.

Non è un quadro semplice – continua il consigliere del Pd – però i due comparti più discussi, la scuola e la cultura sono penalizzati nonostante siano luoghi più sicuri di altri, almeno da quello che dicono i dati. Io ho proposto la riapertura dopo il lockdown e lasciare gli spazi pubblici di questa città aperti a chiunque volesse fare cultura e spettacolo».

Di cose negli spazi pubblici se ne sono fatte, lo sa bene Sarah Lanza, ballerina e docente all’Accademia On Stage che ha lavorato con i ragazzi proprio tra i luoghi della città. Portando l’arte in strada. «Adesso con l’arrivo dell’inverno credo che non abbia una fattibilità oggettiva – dice Sarah – fare delle performance all’aperto.

L’arte è un’esigenza e in seconda battuta è un lavoro, quindi fonte di guadagno e così come abbiamo scritto nel manifesto che leggeremo oggi, quel guadagno ci permette di mantenere le nostre famiglie e pagare anche le tasse. Per l’ennesima volta siamo stati ignorati e ritenuti inessenziali e questa è la cosa che ci fa più rabbia».

Dello stesso avviso è Claudia Bertuccelli – che insieme a Tilia Ruggeri – dirige Oltredanza. «Con i ragazzi (circa 90) avevamo ripreso a lavorare, anche su delle tensioni che si erano create durante il lockdown, stavamo sciogliendo delle paure con il movimento».

Bis

Alla manifestazione ci sono anche esponenti dell’ex Giunta Accorinti: Daniele Ialacqua e Federico Alagna, ex assessore alla Cultura. «Credo – dice Alagna – che in questo momento la situazione non sia facile da gestire a livello istituzionale, credo che quello che si sta pagando in questo momento sia anche la totale mancanza di comunicazione e programmazione fra Istituzione e mondo della cultura.

In questo momento specifico l’autorevolezza di un dialogo tra il Comune e livelli altri (nazionali, regionali) sarebbe fondamentale, perché gli artisti hanno una loro rilevanza. Se questo dialogo viene intrapreso dalle Istituzioni è diverso, ma sembra che l’Istituzione stia scegliendo un’altra strada e non mi pare che abbia detto qualcosa sulle politiche culturali. Questo è un problema perché ti ritrovi abbandonato. La riapertura non dipende dal sindaco – è ovvio – ma nel frattempo fare una programmazione anche economica è necessario».

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