Forte Spuria: il Comune di Messina vuole acquisire la fortificazione umbertina

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L’Assessore alla Cultura, con delega alla Valorizzazione del Sistema Fortificato, Enzo Caruso ha fatto un sopralluogo a Forte Spuria, fortificazione umbertina di Messina, che si trova nei pressi di Granatari. Insieme a Caruso anche l’architetto della Soprintendenza Sabrina Pandolfo.

L’Assessore ha effettuato la presa visione della struttura e degli spazi perché il Comune di Messina ha intenzione di acquisire Forte Spuria – in concessione da parte del Demanio – con l’obiettivo di riqualificarlo, in collaborazione con la Municipalità, la Proloco Capo Peloro e le associazioni del territorio.

Forte Spuria, tra i Forti di Messina non ancora valorizzati

I Forti detti Umbertini sono così chiamati perché costruiti durante il regno di Umberto I di Savoia per la difesa dello Stretto. Sono 22 in tutto:

  • 13 sulla costa siciliana;
  • 9 sulla costa calabra.

Forte Spuria è stato ricostruito alla fine dell’800 sui resti del Forte Inglese. «Posizionato a 98 metri sul livello del mare sull’omonima collina, nei pressi del cimitero di Granatari – ha detto l’Assessore Caruso –, il Forte Spuria sorge sui resti del Forte edificato dagli Inglesi nel periodo della loro occupazione 1806-1815. Inserito nel sistema ottocentesco di difesa dello Stretto, a differenza dei Forti Umbertini, non fu armato e svolse la sua funzione come posto semaforico e di segnalamento, insieme a Capo Spartivento, per il controllo dell’imboccatura nord dello Stretto. La sua attività figura già nell’elenco dei semafori del Regno d’Italia nel 1890.

Si componeva di una torre sopraelevata a due piani provvista di finestre orientate contenente al pianterreno il locale del diottrico e al piano superiore il locale “di scoperta”. Da sempre indicato sui portolani e sulle carte inglesi come “Semaforo”, nel 1903 vi si installò la 1a Stazione Radiotelegrafica della Sicilia che venne visitata da Guglielmo Marconi l’8 dicembre 1906. Per la sua potenza di segnale, era in grado di comunicare con la stazione di Monte Mario a Roma. Rimase attivo fino agli anni ’70 alle dipendenze della Marina Militare.

È un sito di straordinaria bellezza – ha detto l’Assessore Caruso durante il sopralluogo –, posto a cavallo tra i due mari, ricco di storia e di potenzialità paesaggistiche. Facente parte del Sistema di difesa come “posto semaforico”, nel Forte c’era installata una stazione telegrafica, già attiva durante il decennio inglese e poi visitata nel 1906 da Guglielmo Marconi. Il sopralluogo è stato propedeutico al tavolo tecnico che, insieme all’Assessore Mondello, l’Amministrazione attiverà a breve con l’Agenzia del Demanio per l’acquisizione dei Forti non ancora valorizzati».

 

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