«Una situazione particolare – conclude Franz Riccobono – quella dell’insediamento umano a Messina dove nel breve spazio di circa 8 chilometri scorrono quasi 10 corsi d’acqua, più o meno cospicui, che da sempre hanno condizionato la vita degli abitanti della città. Oggi la situazione è del tutto mutata in quanto gran parte dei torrenti sono stati “tombati”, cioè coperti, e costituiscono importanti assi viari come le bretelle autostradali di San Filippo, Gazzi, Zarea (Messina Centro), Boccetta, Giostra e Annunziata (unico tra i citati ad essere rimasto aperto, ndr). Quindi una storia antica che dalla preistoria giunge sino ai nostri giorni.
Oggi questi torrenti sono quasi invisibili, comunque non percepiti da chi si muove sulle strade costruite sull’antico alveo. Più che portare acqua, portano macchine e pesanti tir, consentendo, peraltro, il passaggio dell’intenso traffico automobilistico in una città che altrimenti non avrebbe avuto possibilità di far transitare quanti dall’intera Sicilia convergono su Messina. Una viabilità a pettine che dalle valli dei Peloritani giunge fino alla riva dello Stretto, caratterizzando in maniera pressoché unica l’impianto urbano di Messina. Sia a Sud che a Nord del centro storico l’insediamento si è sviluppato lungo la costa e soprattutto risalendo le valli di quei corsi d’acqua che, numerosi, dal crinale peloritano giungono al mare».
(Foto dell’archivio di Franz Riccobono e Giangabriele Fiorentino)
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La mia bella Messina è la bomboniera della Sicilia…
Tra le vallate di Giostra e San Licandro (Nicandro) si individuano le alture di Tremonti, nella piccola vallata di San Licandro ci sono i resti del Romito di San Nicandro grotta dove trovava rifugio il Santo; questi terreni appartenevano alla famiglia del famoso cittadino messinese l’Abate Maurolico. Nel racconto di una passeggiata con amici lo scienziato da notizie del Romito e della descrizione della località che si trova “tra i monti”. (Notizie tratte dal Prof. Rosario Moscheo studioso delle opere e vita di Maurolico)