C’era una volta Messina: viaggio tra i torrenti della città dello Stretto – FOTO

Pubblicato il alle

13' min di lettura

 

panoramica del torrente camaro e del ponte, messina
a destra il Ponte sul Torrente Camaro

«Una situazione particolare – conclude Franz Riccobono – quella dell’insediamento umano a Messina dove nel breve spazio di circa 8 chilometri scorrono quasi 10 corsi d’acqua, più o meno cospicui, che da sempre hanno condizionato la vita degli abitanti della città. Oggi la situazione è del tutto mutata in quanto gran parte dei torrenti sono stati “tombati”, cioè coperti, e costituiscono importanti assi viari come le bretelle autostradali di San Filippo, Gazzi, Zarea (Messina Centro), Boccetta, Giostra e Annunziata (unico tra i citati ad essere rimasto aperto, ndr). Quindi una storia antica che dalla preistoria giunge sino ai nostri giorni.

viaggio tra i torrenti di messina: foto d'epoca del quartiere portalegna a messina
viaggio tra i torrenti di messina: foto d'epoca del torrente boccetta coperto a messina

Oggi questi torrenti sono quasi invisibili, comunque non percepiti da chi si muove sulle strade costruite sull’antico alveo. Più che portare acqua, portano macchine e pesanti tir, consentendo, peraltro, il passaggio dell’intenso traffico automobilistico in una città che altrimenti non avrebbe avuto possibilità di far transitare quanti dall’intera Sicilia convergono su Messina. Una viabilità a pettine che dalle valli dei Peloritani giunge fino alla riva dello Stretto, caratterizzando in maniera pressoché unica l’impianto urbano di Messina. Sia a Sud che a Nord del centro storico l’insediamento si è sviluppato lungo la costa e soprattutto risalendo le valli di quei corsi d’acqua che, numerosi, dal crinale peloritano giungono al mare».

(Foto dell’archivio di Franz Riccobono e Giangabriele Fiorentino)

(32960)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  1. La mia bella Messina è la bomboniera della Sicilia…

  2. Tra le vallate di Giostra e San Licandro (Nicandro) si individuano le alture di Tremonti, nella piccola vallata di San Licandro ci sono i resti del Romito di San Nicandro grotta dove trovava rifugio il Santo; questi terreni appartenevano alla famiglia del famoso cittadino messinese l’Abate Maurolico. Nel racconto di una passeggiata con amici lo scienziato da notizie del Romito e della descrizione della località che si trova “tra i monti”. (Notizie tratte dal Prof. Rosario Moscheo studioso delle opere e vita di Maurolico)

error: Contenuto protetto.