Torrente Portalegni
«Gli apporti alluvionali riversati nel corso dei secoli hanno creato la pianura delle Moselle che, dopo il terremoto del 1908, diverrà il nuovo centro urbano di Messina caratterizzato dalla grande arteria costituita dal viale San Martino. In alcune zone le bancate alluvionali, assommandosi, superano i 6 metri di spessore rispetto al piano di campagna d’epoca preistorica (XIII secolo a.C.). La valle di Gravitelli serviva da bacino idrografico del torrente Portalegni, che da sempre ha segnato il margine meridionale dell’insediamento urbano nato intorno al Porto.
Ancora in epoca rinascimentale questo corso d’acqua veniva deviato lungo l’attuale asse di via Tommaso Cannizzaro per evitare l’insabbiamento del Porto. In antico, infatti, questo torrente, arrivato all’imboccatura dell’attuale corso Cavour, deviava verso nord attraversando piazza Duomo (che, non a caso, veniva chiamata contrada “Fiume”) per sfociare all’interno del Porto nello spazio prossimo alla Chiesa dei Catalani».
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La mia bella Messina è la bomboniera della Sicilia…
Tra le vallate di Giostra e San Licandro (Nicandro) si individuano le alture di Tremonti, nella piccola vallata di San Licandro ci sono i resti del Romito di San Nicandro grotta dove trovava rifugio il Santo; questi terreni appartenevano alla famiglia del famoso cittadino messinese l’Abate Maurolico. Nel racconto di una passeggiata con amici lo scienziato da notizie del Romito e della descrizione della località che si trova “tra i monti”. (Notizie tratte dal Prof. Rosario Moscheo studioso delle opere e vita di Maurolico)