Torrente Camaro
«Un breve corso d’acqua – racconta Franz Riccobono – è segnato lungo il margine meridionale del Gran Camposanto con la cosiddetta “vinedda i San Cocimo” a ricordo della devozione a San Cosimo e Damiano (santi medici), poi sostituita dal culto alla Madonna dei Miracoli praticato ancora oggi.
A poca distanza segue la valle del Camaro con l’omonimo corso d’acqua, non a caso raffigurato nel fonte di Orione in prestigiosa compagnia del Tevere, dell’Ebro e addirittura del Nilo, in quanto considerato il più consistente corso d’acqua della città, nonché il più prossimo al Porto. Proprio tale vicinanza fece sì che fin da epoca classica si tentasse di deviarne il corso, in particolare del ramo corrispondente all’attuale via Santa Marta, detta un tempo “a ciumaredda”.
Testimonianze archeologiche documentano la realizzazione all’altezza dell’attuale piazza Francesco Trombetta di un’opera d’ingegneria idraulica che consentì di deviare verso sud il flusso proveniente da monte, evitando così danni alla parte meridionale dell’insediamento peloritano già in epoca classica. Il torrente Camaro (nella parte finale viene chiamato Zaera), infatti, riversava le sue acque secondo tre direttrici corrispondenti all’attuale viale Europa, corso principale, quindi via Santa Cecilia seguita da via Santa Marta e da via Maddalena».
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La mia bella Messina è la bomboniera della Sicilia…
Tra le vallate di Giostra e San Licandro (Nicandro) si individuano le alture di Tremonti, nella piccola vallata di San Licandro ci sono i resti del Romito di San Nicandro grotta dove trovava rifugio il Santo; questi terreni appartenevano alla famiglia del famoso cittadino messinese l’Abate Maurolico. Nel racconto di una passeggiata con amici lo scienziato da notizie del Romito e della descrizione della località che si trova “tra i monti”. (Notizie tratte dal Prof. Rosario Moscheo studioso delle opere e vita di Maurolico)