Ancora un successo per la Tenuta Rasocolmo di Messina che con il suo vino Faro DOC 2020 conquista la medaglia di bronzo ai WOW! 2023, competizione enologica promossa dalla rivista Civiltà del bere. In gara mille campioni provenienti da tutta Italia.
Giunta alla sua sesta edizione, la WOW! (Italian wine competition) è un’iniziativa finalizzata a selezionare, valorizzare e premiare i vini che esprimono al massimo livello la combinazione di qualità, intesa come espressione di equilibrio organolettico, e tipicità, nel senso di rispondenza a un canone riconducibile alla zona di appartenenza.
Quest’anno, la Tenuta Rasocolmo di Messina ha conquistato la medaglia di bronzo con il suo vino Faro DOC 2020, che ha ottenuto – da una giuria composta dai migliori degustatori italiani – un voto di qualità tra 85 e 89 centesimi e un punteggio di tipicità di 6 decimi qualificandosi tra i vini particolarmente identitari, rispondenti al territorio d’origine e alla sua tradizione enoica.
Cosa scrivono i giurati del Faro DOC 2020 della Tenuta Rasocolmo? «Rubino intenso. Note di frutta cotta e vegetali. Maturo (…) con decisa freschezza e tannino irruente. Rubino mediamente pallido. Ha note eteree che ricordano la vernice, una frutta macerata e accenni di salamoia. Al sorso il tannino è equilibrato (…). Naso particolare con note ematiche e fruttate, mirtillo, corteccia e sottobosco, china e caffè. In bocca il tannino è ancora un po’ marcato e ruvido. Finale speziato».
Una “recensione” accolta con favore dalla Tenuta Rasocolmo, che sottolinea: «Di fatto il Faro della Tenuta è l’unica DOC FARO non sottoposta a barrique ma invecchiata ed affinata solo in acciaio per almeno 12 mesi. Una filosofia di produzione che l’azienda ha seguito sin dall’inizio per ottenere un vino in grado di esprimere al meglio tutto il valore dei cinque vigneti che lo compongono (Nerello Mascalese, Nocera, Nerello Cappuccio, Nero d’Avola, Sangiovese) e del loro terroir e per realizzare una sorta di Faro DOC in purezza che, sino ad oggi, ha riscosso grande successo e riconoscimenti internazionali».
(227)