Anno nuovo, tempo di novità. E novità sono anche per gli Ordini Forensi, che il 15, 16 e 17 gennaio 2015 saranno chiamati a rinnovare i propri Consigli. Tuttavia, le elezioni ormai prossime non sono state accompagnate dai migliori auspici. Pietra dello scandalo, il Regolamento che dovrebbe disciplinare le modalità di voto, considerato “errato e illegittimo in alcune sue parti”, tanto da ricevere il parere negativo sia della Commissione Giustizia alla Camera che di quella al Senato, che «ne ha evidenziato e stigmatizzato la violazione della Legge», nello specifico la 247/2012.
Nonostante i pareri avversi, il Ministero della Giustizia ha deciso comunque di adottare il Regolamento. A questo proposito, gli avvocati Alessia Giorgianni e Antonello Garufi, candidati alle prossime elezioni provinciali nella lista “Passione Forense”, hanno presentato, a sostegno del ricorso dell’Anf (Associazione Nazionale Forense) al Tar del Lazio, un intervento ad adiuvandum per chiedere la sospensione di quelle parti che non rispettano l’articolo 28 comma 3 della Legge 247/2012, la quale prevede che «ciascun elettore possa esprimere un numero di voti non superiore ai due terzi dei consiglieri da eleggere, arrotondati per difetto».
Sono due, in modo particolare, i punti controversi previsti dal Regolamento attuativo che non rispettano l’articolo 28 comma 3: il numero di preferenze da esprimere e il voto di lista che non tutela le minoranze e i “volti nuovi”.
A dispetto di quanto disciplinato dal suddetto articolo, il Regolamento indica, invece, che l’elettore può segnare tante preferenze quanti sono i componenti complessivi del Consiglio da eleggere, e non solo i 2/3 delle preferenze sul numero totale. Su queste basi, viene meno il principio democratico di vincolare il voto ai 2/3, e ad essere penalizzate sono le minoranze e i “meno conosciuti”.
Inoltre, il Ministero ha previsto anche il voto di lista, che apre nuovi scenari. «Ciò che tutti lamentano – ha spiegato Alessia Giorgianni, che insieme all’avvocato Salvatore Librizzi ha redatto l’atto di intervento – è che questo Regolamento, così com’è, tutela le “situazioni di forza”. Un esempio: una lista di 21 persone, composta da molti consiglieri uscenti e alcune nuove entrate, che si avvantaggiano dello zoccolo duro dei voti che hanno già messo da parte i consiglieri “anziani”, è sicuramente più avvantaggiata rispetto alle altre composte da candidati meno noti ma altrettanto validi».
«C’è un obbligo da parte degli Ordini – ha aggiunto l’avvocato Garufi – di rispettare l’articolo 28 comma 3 che dice che il voto massimo che si può esprimere è di 2/3 dei posti disponibili all’Ordine. Se sono in tutto 21, non si potrebbero esprimere più di 14 preferenze. E di quei 2/3, 1/3 dei voti deve andare al genere meno rappresentato, in questo caso quello femminile. Si possono votare, dunque, se venisse rispettato il richiamo dell’articolo 28 comma 3, fino a 10 uomini e 4 donne». Quindi, 14 candidati e non 21.
Intanto, il prossimo 14 gennaio si terrà l’udienza collegiale del Tar che discuterà la richiesta di sospensione di quelle parti del Regolamento che sono state impugnate. «Se si dovesse confermare quanto anticipato dal Presidente del Tar – chiarisce Antonello Garufi – la lista di 21 persone non si potrebbe più fare e, a seconda dell’interpretazione che prevarrà, si passerebbe a una lista di 14 candidati o eventualmente a una lista di 21 ma con la possibilità da parte dell’elettore di dare solo 14 voti. Così, lo scenario cambierebbe totalmente».
A questo punto però rimarrebbe poco tempo per recepire le nuove regole dopo l’udienza del 14 gennaio, ragion per cui sarebbe azzardato mantenere la data del 15 come inizio delle elezioni. Pertanto – prosegue l’avvocato Giorgianni -, «abbiamo presentato un’istanza di rinvio al Consiglio dell’Ordine, che non è stata ancora esitata, per chiedere lo slittamento delle votazioni a fine gennaio, in modo che tutti possano avere chiare le nuove regole dopo che il Tar si sarà espresso».
C’è un’altra questione che rimane aperta, il voto di lista viola anche il principio di segretezza: «Se si entra in cabina elettorale e si vota solo la lista – ha precisato l’avvocato Garufi – si impiega meno tempo rispetto alla scelta dei singoli nominativi». Da questo, secondo i ricorrenti, sarebbe possibile intuire l’alternativa privilegiata dall’elettore.
Gli avvocati Giorgianni e Garufi dirigono la loro azione nell’ottica della trasparenza: «Chi si approccia al voto in maniera meno attenta potrebbe confondersi. Questo metodo macchinoso del calcolo delle proporzioni fra i voti agli uomini e alle donne è a forte rischio di annullamenti di schede».
«Abbiamo puntato la nostra campagna elettorale sul dialogo con i colleghi – hanno ribadito – perché, per diversi aspetti, c’è molta confusione nei Tribunali. Per interagire direttamente con loro, abbiamo creato la pagina facebook “Passione Forense”, attraverso la quale tutti possono offrire spunti e suggerire idee».
«Vogliamo aiutare chi è in difficoltà con le nuove tecnologie – processo telematico e fatturazione elettronica –, creando dei punti, all’interno del Tribunale, in cui gli avvocati possono confrontarsi con esperti; fornire gratuitamente questi servizi come fanno già molti altri Ordini; risolvere il problema dell’ingresso unico al Tribunale e della mancanza di indicazioni in merito alle aule in cui si tengono le udienze; spenderci per la formazione pratica dei più giovani sui processi oltre che sulla dottrina».
«Un programma, il nostro, – hanno concluso – che vuole tener conto delle vicissitudini reali e pratiche di chi vive i Tribunali».
Giusy Gerace
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