Maxi protesta per le condizioni della A18. È questo il nome che esplicita con chiarezza e immediatezza l’obiettivo di un gruppo Facebook nato un paio di anni fa e oggi più attivo che mai: dar vita a una mobilitazione di massa per denunciare la pericolosità di un’autostrada, la Messina Catania, percorsa giornalmente da centinaia di pendolari.
«Stabiliamo insieme il giorno della protesta – recita, infatti, la descrizione del gruppo Facebook – e siamo pronti a tutto, anche a bloccare i caselli. Non possiamo rischiare la vita tutti i giorni su questa A18 in totale abbandono».
Il gruppo, fondato da Francesco Puglisi il 24 gennaio 2017, mette sotto accusa la classe dirigente, siciliana e non, e raccoglie testimonianze, articoli di giornale, dichiarazioni di politici, foto che raccontano gli incidenti avvenuti negli ultimi anni sulla A18 e tutto ciò che, a quanto pare, non è stato fatto per cambiare le cose, per rendere la Messina Catania, che oggi definiscono “autostrada della morte”, un’autostrada più sicura.
Ma quali sono le principali richieste dei membri del gruppo? Cose apparentemente semplici, dall’installazione di autovelox per assicurare il rispetto dei limiti di velocità, all’avvio di lavori di manutenzione, a una segnaletica adeguata, alla chiusura dei tanti cantieri che causano restringimenti e doppi sensi: «Viaggiamo a pagamento su un’autostrada impervia e piena di insidie – spiega, infatti, il fondatore del gruppo nell’ultimo video pubblicato – senza controllo alcuno, sia della velocità che della segnaletica».
Negli ultimi giorni, in seguito al tragico incidente avvenuto nella notte tra il 14 e il 15 gennaio e costato la vita a tre persone tra cui un poliziotto di Santa Teresa di Riva, Angelo Spadaro, il numero degli iscritti al gruppo ha visto un incremento.
Insomma, sebbene una data per la protesta non sia ancora stata fissata, i tempi sembrano maturi per dar effettivamente il via alla protesta, quella annunciata dal nome e dalla descrizione del gruppo e che dovrebbe servire a smuovere le cose, o quantomeno a farsi ascoltare.
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