Traffico e degrado a San Michele, Ora Messina: «Quando si interverrà sul torrente?»

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Dopo il traffico intenso causato ieri da un’auto in fiamme nella galleria Telegrafo e da un pullman rimasto incastrato lungo la strada dei colli, il consigliere comunale di Ora Messina, Giandomenico La Fauci, punta l’attenzione sul vicino rione di San Michele, «fondamentale per decongestionare il traffico che collega città e zone collinari e viceversa». Sotto i riflettori, in particolare, il torrente che, abbandonato al degrado, rischia di diventare un pericolo con le prime piogge autunnali.

Le vie del rione di San Michele potrebbero rappresentare un importante strumento per decongestionare il traffico che va dalla città ai colli e viceversa. Nel sottolinearlo, l’esponente del gruppo consiliare messinese evidenzia però come tale zona sia abbandonata a sé stessa e poco curata. «Il drammatico incidente – afferma La Fauci –, per fortuna senza conseguenze gravissime, occorso nella galleria Telegrafo della tangenziale ha fatto tornare a galla le condizioni di insopportabile scadimento delle strade che attraversano il rione San Michele».

«Il grosso pullman rimasto incastrato vicino al Neurolesi – aggiunge – raffigura la fotografia perfetta di cosa può accadere quando la zona viene gravata dal traffico. Una condizione generale che sembra non interessare l’amministrazione».

Giandomenico La Fauci, consigliere comunale di Ora MessinaMa non è solo la viabilità a preoccupare il consigliere La Fauci: «Settembre è arrivato – sottolinea –, per l’ennesimo anno ci troviamo a denunciare il pericolo imminente delle prossime piogge. Quante volte ancora dovremo chiedere interventi definitivi sul torrente? Non è pessimismo, infatti, pensare che arriverà il giorno in cui piogge incessanti ingrosseranno il torrente rendendo la giornata complicata se non pericolosa».

«Le mancate scerbature – aggiunge – sono visibili a tutti, come caditoie e tombini non puliti. A che gioco stiamo giocando? L’amministrazione ha fatto la sua passerella mediatica anni fa promettendo un progetto per la risoluzione definitiva. E poi? Solo piccoli interventi e mai calendarizzati così da poter, quantomeno, calmierare i problemi. L’ho detto e lo ripeto – conclude. Perché aspettare le tragedie prima di intervenire?».

 

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