Secondo Cambiamo Messina dal Basso, qualcosa non quadra nella delibera presentata dalla Giunta De Luca e riguardante il Piano Tariffario dei Rifiuti 2021 (in sostanza, la Tari). Il movimento vicino all’ex sindaco Renato Accorinti passa al setaccio il documento e pone alcune domande con l’obiettivo, scrive, di «smentire le bufale e le fake news dell’Amministrazione comunale».
Ma facciamo un passo indietro. Dopo un botta e risposta tra il presidente Claudio Cardile e il vicesindaco Carlotta Previti, la delibera sul Piano Tariffario Rifiuti è approdata prima in Commissione e poi in Consiglio Comunale, ma la discussione si è fermata una volta presentati gli emendamenti, per dare tempo ai tecnici di esprimere i pareri di regolarità. La scadenza per l’approvazione da parte dei Comuni delle tariffe e dei regolamenti della Tari è stata spostata, in ogni caso, dal 30 giugno al 31 luglio 2021 durante il Consiglio di mercoledì. L’Aula ha quindi un mese di tempo in più per studiare e approfondire la delibera di Giunta e per votarla.
Delibera Tari, Cmdb: «Un gioco infarcito di fake news per creare tensione»
Fatta questa premessa, vediamo la nota di Cambiamo Messina dal Basso che parte con un’aspra critica rivolta all’Amministrazione in carica: «Non è vero che a Messina la Tari 2021 aumenta per le nuove regole ARERA – scrive il movimento –, non è vero che la città è sporca perché manca il personale, non è vero che siamo la prima città del Sud ad avere esteso in tutto il territorio comunale la raccolta differenziata porta a porta , non è vero che abbiamo raggiunto il 40% di raccolta differenziata».
«In Consiglio Comunale – prosegue Cmdb – abbiamo assistito ad una ulteriore mossa di questo “gioco” infarcito di fake news per creare volutamente confusione e tensione: dopo avere fatto fretta ai consiglieri comunali per approvare la delibera entro la giornata, nonostante vi fosse la proroga governativa al 31 luglio, ed avere emesso un comunicato di fuoco contro il consiglio adombrando rischi di danno erariale e per i livelli occupazionali se la delibera non fosse passata ieri, l’Amministrazione presentava inspiegabilmente in serata un emendamento che costringeva il presidente del consiglio ad aggiornare la seduta».
I «punti oscuri» della delibera sulla Tari secondo Cambiamo Messina dal basso
Nella nota, Cambiamo Messina dal Basso passa a setaccio la delibera presentata dalla Giunta De Luca e riguardante il Piano Tariffario dei Rifiuti 2021, ponendosi e ponendo all’Amministrazione alcune domande: qual è il reale costo totale della Tari? Cosa dicono i dati sulla raccolta rifiuti e sulla differenziata per gli anni 2020 e 2021 e perché i costi dello smaltimento restano invariati?
Vediamo, nel dettaglio, le questioni sollevate da Cmdb.
«Ci domandiamo – scrivono – quale sia il reale importo del costo totale della TARI visto che in delibera appaiono senza spiegazione almeno tre importi diversi: 54.180.740 a pag.5; 54.401.078 a pag.8; 52.440.272 (senza Tefa?) a pag.54; di dettagliare, indicandone gli importi, le voci che hanno determinato l’aumento di 6 milioni di euro rispetto allo scorso anno (10 milioni rispetto al 2018), si scoprirebbe così che a determinare l’aumento non sono tanto le misure ARERA quanto l’aumento dei costi di servizio, del personale (che il prossimo anno aumenterà di ulteriori 2 milioni), probabilmente anche del tributo TEFA, pari al 5% del costo della TARI».
Per quel che riguarda, invece, i costi dello smaltimenti, il movimento aggiunge: «Rimangono inspiegabilmente costanti invece i costi di smaltimento (ma quanti sono realmente i rifiuti prodotti nel 2021 e 2020?), sempre oltre i 10milioni di euro nonostante il dichiarato aumento della raccolta differenziata (ma quant’è realmente la raccolta differenziata media del 2021?), mentre i ricavi ed i risparmi dichiarati per raccolta differenziata e smaltimenti non vengono stranamente “restituiti” ai cittadini. Si spera, al riguardo, che vengano ripristinate le esenzioni sociali che, come l’anno scorso, non sono state inserite».
E MessinaServizi? Cmdb: «Chi di carrozzone e bancomat ferisce, di carrozzone e bancomat perisce»
Nel mirino finisce, infine, MessinaServizi Bene Comune: «Sarebbe interessante – scrive Cambiamo Messina dal Basso – capire qual è la politica del personale di Messinaservizi, visto che per tre anni ha millantato una nuova organizzazione per aree, zone, team, per ottimizzare i servizi di raccolta, spazzamento e scerbatura, rivelatasi fallimentare, per poi provare ad incentivare i lavoratori con un premio di risultato mai pagato».
«Oggi – proseguono – ci dicono inoltre che servono tanti lavoratori in più, quando nel 2018 li volevano ridurre del 30%, e predispongono un piano occupazionale poco trasparente, ripescando le assurde assunzioni a tempo per i mesi estivi, che porterebbe il personale dell’azienda, tra gestione rifiuti, verde e nuovi servizi, poco sotto le 1.000 unità lavorative, tra tempo determinato ed indeterminato. Nel contempo dichiarano inoltre che stanno valutando l’ipotesi di esternalizzare il servizio di spazzamento».
«Come dire – conclude Cmdb – chi di carrozzone e bancomat ferisce, di carrozzone e bancomat perisce».
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