Sono passati ormai quasi quattro mesi dall’esondazione del Torrente San Michele che tanto ha scosso i residenti della zona e la città di Messina, e ancora l’area non è stata messa in sicurezza. A denunciarlo a gran voce sono il consigliere comunale Giandomenico La Fauci e la collega alla circoscrizione Lorena Fulco che manifestano tutta la loro preoccupazione.
«Sono mesi che battiamo i pugni, ma non si è ancora fatto niente» commenta sconfortata la consigliera Lorena Fulco che, insieme al collega, lancia un nuovo appello all’Amministrazione. Dopo quella spaventosa notte dell’ottobre 2019 il sindaco Cateno De Luca si era recato sul posto per un sopralluogo insieme all’assessore alla Protezione Civile Massimiliano Minutoli e aveva assicurato interventi in tempi brevi. L’8 ottobre, a seguito di tavolo tecnico a Palazzo Zanca erano state annunciate le misure pensate per tamponare la situazione e quelle finalizzate alla messa in sicurezza del Torrente San Michele. Ma dopo questo, sottolineano La Fauci e Fulco, il nulla.
L’ordinanza contingibile e urgente esitata in occasione del tavolo tecnico svoltosi al Comune non è stata seguita. Tra le misure cui si era pensato allora si ricordano: la possibilità per chi si trova nella zona di parcheggiare in via Comunale (e non a ridosso del torrente), la messa in sicurezza degli argini, la collocazione di passerelle pedonali e tanto altro. Ma di questi lavori ancora non sembra esservi traccia, nonostante l’urgenza effettiva,
«Tutto è tornato esattamente a prima del 2 ottobre – constata amaramente Lorena Fulco – le macchine continuano a essere parcheggiate nel torrente, il traffico si blocca. Non è stato fatto nulla di concreto. Non piove da settimane e, proprio per questo motivo non sappiamo cosa potrebbe succedere se piovesse».
Insomma, la situazione così come presentata dai consiglieri La Fauci e Fulco non è delle migliori e, anzi, genera una certa preoccupazione: «“Senza se e senza ma” (come ama dire il sindaco De Luca) adesso – sottolineano – è il momento di passare dalle promesse non mantenute ai fatti reali e concreti. L’apparenza non ci interessa più, come la politica urlata o le lunghe sedute vuote di contenuti politici e amministrativi. Quando c’è da fare i fatti per cittadini in difficoltà, ecco che vorremmo un’amministrazione presente e attiva».
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