Tra poco più di due settimane Radio Antidoto spegne le candeline del suo primo anno di vita e se ci avessero detto che avremmo festeggiato 12 mesi di programmazione probabilmente non ci avrebbe creduto nessuno. E invece, abbiamo raccontato un anno di emergenza sanitaria ma non solo.
Il coronavirus e la conseguente chiusura dello scorso marzo, sono stati per Radio Antidoto (e i suoi antidotisti) quasi una scusa per poter ricominciare a mettersi in ascolto. Una cosa che avevamo smesso di fare, presi dalla routine, dalla stanchezza e dall’idea che niente è trasformabile.
Radio Antidoto – stiamo già cambiando
E invece attraverso questo mezzo di comunicazione, siamo stati in grado di ricordarci che se agiamo in un determinato modo, le cose che vogliamo cambiare si possono trasformare.
La voce può essere trasformata in storia, gli occhi in immaginazione e le idee possono realizzarsi. Dipende solo dalle nostre azioni. Così per quasi un anno, ognuno di noi ha deciso di trasmettere, accendere un microfono e raccontarsi.
E che questo accadesse in macchina, chiusi in una stanza, in giro per i boschi poco importava. Ognuno di noi ha deciso di connettersi con l’altro. Di mettersi e rimanere in ascolto. Di distendere i pensieri e affidarsi all’altro.
Le cose che stanno succedendo
A marzo non solo festeggeremo il primo compleanno ma si chiuderanno le domande per partecipare al bando per Trasformatorio, di cui vi abbiamo già raccontato. Se ancora non ti sei deciso a tuffarti questo potrebbe essere il momento giusto. Per trasmettere su Radio Antidoto basta andare a questo link.
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