Radio Antidoto: il tempo in radio si spende bene

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Su queste pagine più volte abbiamo raccontato di quanto la radio sia il mezzo di comunicazione che più riesce ad adattarsi ai cambiamenti.

Prova ne è il fatto che Radio Antidoto da un momento di crisi – come quello della pandemia prima, della crisi economica poi e dell’incertezza attuale, sia riuscita a tirare fuori qualcosa di buono. Ormai parliamo più di esperimento radiofonico, perché Radio Antidoto esiste da 1 anno e qualche settimana.

Quello che è nato da Radio Antidoto

Che poi – a dirla tutta – grazie a questa radio sono nati altri progetti, per esempio: il libro, di prossima uscita, di Diego Repetto che prende il nome da “Concerti di idee”, trasmissione andata in onda in piena chiusura o “Ipertesto” la newsletter di Alessandra Rigano. Ma non sono nati solo progetti ma anche intese, complicità e amicizie che, seppur a distanza, sono forti e intense.

Così quando il giovedì siamo a corto di respiri, l’unica cosa da fare è entrare in diretta per ritrovare il fiato. Trenta minuti di diretta senza stacchi pubblicitari, senza la pressione di dire la cosa sbagliata, con la voglia di rimanere 5 minuti in più perché il tempo – in radio – si spende bene.

Quello che abbiamo capito

Quello che abbiamo capito dal microcosmo di Radio Antidoto è che siamo ancora liberi di agire e di essere noi stessi. Di credere in cose diverse dagli altri, di poter dire la nostra e di non avere paura di fare. I rumori in radio non esistono, esistono solo dei suoni bellissimi.

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