Quattro Frecce: educhiamoci alla mobilità sostenibile

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Se solo questo virus avesse portato via le brutte abitudini e i vizi dei messinesi sarebbe stato per tutti un buon periodo e probabilmente Quattro Frecce avrebbe dovuto interrompere le sue indagini, ma – lo sapete già – che non è così che finirà questa storia.

Anche questa domenica, infatti, torna Quattro Frecce, la rubrica sui parcheggi più brutti di Messina. Su queste pagine scorre veloce la storia dello scaltro, che insieme ai suoi discendenti ha dato vita a una dinastia che sembra non estinguersi. C’è una categoria, fra le altre, che sembra essere un vero osso duro: i genitori all’uscita da scuola.

«È un esemplare protetto quello del Missinisi Scolasticus – confermano i nostri esperti – che per anni ha avuto vita semplice e la capacità di giustificarsi con “aspetto la mia progenie”».

Ti aspetto lì all’angolo o in doppia fila

Ecco quindi che il discendente del Missinisi Scaltrorum decide di parcheggiare dove meglio capita. Che sia una corsia dell’autobus, all’angolo, sulle strisce pedonali. Al genitore messinese tutto è concesso. E non importa che non sia l’uscita da scuola, il Missinisi Scolasticus avrà sempre un figlio da aspettare, seduto sul suo veicolo, parcheggiato male.

«Il carattere di questo discendente dello scaltro è molto deciso e prepotente. E poi, si sa – aggiungono i nostri esperti – i genitori sono molto protettivi con i loro cuccioli. E pur di non farli faticare a piedi farebbero di tutto, anche parcheggiare davanti al portone della scuola, se solo questo fosse concesso».

Quattro Frecce per la mobilità sostenibile per le scuole

Si parla molto spesso di mobilità sostenibile ma molto poco di educazione alla mobilità sostenibile, intesa come insegnare ai ragazzi a sprecare meno, camminando di più o utilizzando mezzi alternativi alla macchina dei genitori. Il Governo nazionale ha speso molti, moltissimi soldi – soldi che derivano dalle tasche dei contribuenti – per spingere e riorganizzare la mobilità alternativa.

Avere bus sufficienti per il trasporto in sicurezza – considerando le norme vigenti dovute al Covid – e incentivare l’utilizzo da parte dei più giovani di biciclette, tradizionali o elettriche, per esempio, con la realizzazione di postazioni per il bike sharing. Ma ancora di tutto questo non c’è traccia, se non una minima distribuzione di mezzi da parte dell’Amministrazione ai dipendenti comunali e studenti dell’università, che però al momento sono quasi tutti a casa, per le lezioni a distanza.

Si potrebbe partire però dai genitori, che hanno in mano una responsabilità enorme, perché sono coloro i quali danno l’impronta – attraverso la crescita dei loro figli – al prossimo futuro che aspettiamo di conoscere. Se i genitori iniziassero a dare il buon esempio, non parcheggiando in posti vietati, i ragazzi potrebbero essere più responsabili, consapevoli e rispettosi della città che abitano, come il resto della comunità.

Anche le scuole giocano un ruolo fondamentale. Si potrebbe inserire, per esempio, all’interno della programmazione scolastica una parte di didattica destinata all’educazione alla sostenibilità e insegnare ai ragazzi a non parcheggiare come alcuni dei loro genitori.

 

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