Altro che rime baciate, potremmo scrivere interi poemi su di loro: i messinesi che parcheggiano male. Come abbiamo già raccontato, nonostante i parcheggi siano gratuiti fino al 2 gennaio, i nostri concittadini non si rassegnano al posteggio brutto.
Ecco, quindi, che Quattro Frecce anche questa domenica va all’inseguimento (si fa per dire) delle magagne urbane che affliggono Messina, una città oggi gloriosa (come bonariamente diceva qualcuno).
Un parcheggio brutto al giorno
Interroghiamo i nostri spiriti avventurieri su quanto possa essere efficace la narrazione del parcheggio brutto. Fa ancora notizia una ruota sul marciapiede? È ancora giusto raccontare di una macchina all’angolo? «Le sue perplessità – ci dicono gli esperti – sono giuste. Il mondo non si sorprende più di nulla.
Per la ricostruzione storica e l’archiviazione dei dati, è assolutamente indispensabile raccontare la discendenza del Missinisi Scaltrorum. Un bagaglio di maleducazione e inciviltà che dovrà essere consegnato ai posteri, ai ragazzi, a chi vivrà Messina dopo di noi».
Quattro Frecce e l’etica del parcheggio
Di recente – interessante come i dubbi, talvolta, si possano associare – anche la classe politica europea si è interrogata su cosa stiamo lasciando a chi ci sarà dopo di noi e – non meno importante – cosa ci lasceremo alle spalle. Che città stiamo lasciando ai bambini? Esiste ancora l’educazione civica e il rispetto delle regole?
«La democrazia implica anche delle regole – sostengono gli studiosi di Quattro Frecce – che devono essere da tutti rispettate, perché tutti siamo uguali e apparteniamo alla stessa comunità. Solo con il rispetto di queste e degli altri, possiamo lasciare alle spalle una città adeguata, che garantisca vivibilità e civiltà».
Per gli esemplari del Missinisi NeGarboNeMeraviglia questa è solo una bella fuffa. «Loro non pensano – dicono con le carte in mano gli esperti – questi discendenti dello scaltro eseguono meccanicamente. È come se avessero sviluppato un gene della ripetizione che consente loro di replicare lo stesso comportamento degli altri messinesi scaltri, arrivando ad un vortice di parcheggi selvaggi».
(183)