Messina ha un ritmo diverso in queste ultime settimane. Lento, scontroso, teso. Neanche l’atmosfera natalizia che inizia a circolare in città – tra primi alberi in piazza e lucine – riesce a distendere l’atmosfera. Il virus, le misure di contenimento e le distanze stanno pressando sempre di più le nostre esistenze.
Tuttavia, cari appassionati, le macchine continuano a stare dove non dovrebbero. E se le mettessimo in quarantena? Quattro Frecce su queste pagine ha già tirato fuori questa pazza idea che ovviamente non è stata colta e accolta. La macchina è bella, la macchina è comoda, la macchina la metti dove ti pare.
Parcheggi brutti, forever
La cittadinanza intera subirebbe quasi uno shock se all’improvviso – in un giorno qualunque, di un mese qualunque – trovasse le vetture tutte ordinate e posteggiate dignitosamente. Non sarebbe Messina, sarebbe una tranquilla città di provincia, piccola e deliziosa. Carina quanto basta, senza intralci, senza stonature, senza inciviltà.
Sarebbe un’altra città, ecco. «Uno dei nostri più fidati esperti – affermano gli studiosi – sostiene che, tuttavia, sia necessario parlare di utopia. Perché, magari, in un futuro lontano (e probabilmente inesistente) i nostri desideri potrebbero avverarsi. Un giorno si parcheggerà nel modo giusto». Animati da questa energia positiva, Quattro Frecce percorre le strade. Strade indubbiamente meno affollate e caotiche ma pur sempre abitate da vetture e messinesi “malvagi”.
Quattro Frecce per la comunità
Sottoponiamo, quindi, alla vostra attenzione uno dei discendenti del Missinisi Scaltrorum; il cosiddetto Missinisi Solitarium. «Esemplare complesso – dicono gli esperti, ammirando le carte – dai modi scontrosi e voluminosi. Già come altri discendenti dello scaltro, il Missinisi Solitarium agisce in solitudine. Spirito riflessivo e caparbio».
Ecco dunque che il Missinisi Solitarium preme le sue quattro ruote sul viale San Martino, sfruttando l’angolo di una curva, proprio dove comincia la zona pedonale di Piazza Cairoli. E poi ancora, un messinese solitario in bilico tra la corsia dedicata al passaggio degli autobus e il marciapiede, perché alla fine a noi che ce ne frega.
Tra poco festeggeremo il Natale, alcuni di voi probabilmente cercando parcheggio, altri direttamente in macchina a cantare le canzoni di Michael Bublè. Mentre starete lì a cantare con i finestrini abbassati, già che ci siete esprimete un desiderio, noi lo abbiamo già fatto.
(245)