Nuovi risvolti a seguito della revoca da manager dell’Asp5 di Manlio Magistri. A renderli noti sul proprio blog, il giornalista Michele Schinella. Una lunga vicenda che sarebbe sfociata, adesso ˗ scrive il giornalista ˗, in 32mila euro di risarcimento che l’Asp5 dovrà pagare all’ex manager, quindi attingendo alle casse pubbliche.
Magistri aveva lasciato forzatamente la guida dell’Azienda Sanitaria provinciale a gennaio 2014. Il presidente della Regione, Rosario Crocetta, lo aveva attaccato per aver «tenuto una linea completamente autonoma rispetto alle indicazioni del governo». La rimozione secondo i vertici regionali era dovuta ad anomalie nella gestione dei servizi di assistenza sanitaria e mancato rispetto delle norme sui Punti nascita. La decisione di revocargli l’incarico era stata adottata dall’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino. Quattro giorni prima del suo licenziamento, il Tar di Catania aveva bloccato l’accorpamento del punto nascita di Barcellona a quello di Milazzo, lo stesso Tar che ad aprile ha rimesso Magistri alla guida dell’Asp5 e al quale, poco dopo, è pervenuta una relazione dei Nas che ritenevano, invece, l’accorpamento dei due punti nascita necessario per la tutela della salute.
Sul blog di Schinella si legge: «A pagare, adesso, sono le casse pubbliche. Trentaduemila euro: è questo il conto che ha presentato all’Asp 5 l’ex commissario straordinario Magistri, forte della sentenza del Tar del 9 ottobre del 2014 che, confermando il provvedimento dell’11 aprile 2014 ed entrando nel merito, boccia l’operato dell’assessore Borsellino. Si tratta della retribuzione lorda che l’ex manager non ha percepito per il periodo in cui ha dovuto abbandonare (ingiustamente, secondo i giudici) gli uffici di via La farina di Messina sostituito da Giovanni Migliore, a sua volta retribuito. Sulla scorta del parere dell’Ufficio legale, i 32mila euro sono stati liquidati dai vertici dell’Asp 5 guidati da Gaetano Sirna, dall’estate del 2014 successore di Magistri».
Il giornalista si chiede perché debba essere l’Asp a sborsare questa somma di denaro per la decisione assunta a suo tempo dall’assessore Borsellino. Secondo quanto riporta sul sito, l’attuale manager Sirna avrebbe risposto che l’ufficio legale ha deciso di corrispondere quanto richiesto per evitare di ricorrere alle vie legali e far lievitare ulteriormente le spese. Sirna ˗ scrive Schinella ˗ ha dichiarato di avere trasmesso la delibera all’assessorato regionale alla Salute.
Ma ˗ precisa ˗ il giornalista «il danno per le casse pubbliche potrebbe essere maggiore dei 32mila euro. Il manager milazzese, infatti, aveva chiesto 500mila euro di risarcimento per i danni all’immagine subiti in conseguenza del licenziamento e del messaggio di “manager incapace” che era stato veicolato. Il Tar, invece, ha ritenuto che “il pronto ristoro ottenuto con il giudizio cautelare e la massima diffusione che ha avuto la notizia del reintegro giustifica il rigetto della domanda di risarcimento”. Magistri, però, di questo non è molto convinto e, sempre assistito dall’avvocato Silvano Martella, si è rivolto al Consiglio di giustizia amministrativa. In caso di vittoria a pagare sarà, almeno in prima battuta, la regione Sicilia (Presidenza e assessorato) nei cui confronti ha orientato l’azione l’ex commissario».
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