Da qualche settimana a Messina si può parlare di vera e propria “emergenza alberi”. Di arbusti pericolanti la città è piena e transitare in alcune vie, soprattutto nei giorni di maltempo, può essere molto pericoloso. L’ultimo episodio eclatante è avvenuto dieci giorni fa sul viale Regina Margherita quando un grosso pino si è letteralmente adagiato su una palazzina, sfiorando alcune auto. Scene analoghe si sono ripetute nei giorni successivi in via Risorgimento e sul viale Principe Umberto, fortunatamente nessun passante è stato coinvolto. Una situazione che ha messo in allarme l’opinione pubblica e la politica locale.
Ma in tema di verde pubblico il Comune si trova con un’altra bella gatta da pelare. L’agronomo Alessandro Giaimi, esperto del Sindaco per il verde pubblico, ha infatti bocciato la campagna di potatura avviata dall’amministrazione in quest’ultimo anno. Con una lettera inviata lo scorso 3 ottobre al sindaco Accorinti, all’assessore all’Ambiente Ialacqua e alla presidente del Consiglio Comunale Emilia Barrile, Giaimi ha preso le distanze dagli interventi che dal mese di luglio Palazzo Zanca sta effettuando sugli alberi cittadini.
“Non solo amici e conoscenti – spiega l’esperto del sindaco – con evidente disagio e imbarazzo, mi chiedono conto di quanto sta accadendo, ma anche consiglieri comunali, durante alcune sedute consiliari, mi hanno accusato mettendo in dubbio la mia professionalità. Non ho esitato a metterci la faccia quando si è trattato di scelte, anche impopolari, da me caldeggiate, ma certo non posso sopportare di essere additato al pubblico ludibrio (e con ragione!) quando a quelle scelte sono estraneo, anzi nettamente contrario”. Inizia così la lettera di Alessandro Giaimi letta ieri in Aula durante la seduta della Commissione Ambiente.
Secondo l’agronomo, il Comune avrebbe adottato delle tecniche di potatura ormai superate e addirittura nocive per le piante. ” Ho sempre bandito – spiega – la pratica della capitozzatura, un tipo di taglio che le pubblicazioni specializzate non includono più neppure tra le forme di potatura. Essa, com’è noto, si risolve in un taglio radicale dell’intera chioma dell’albero, comprese le branche e le ramificazioni, lasciando il solo fusto. I motivi con cui si giustificano questi tagli sono diversi e, di norma, tutti inesatti. Notevoli, invece, sono gli inconvenienti sul piano estetico, biologico ed anche economico, come io stesso ho messo in evidenza negli anni passati. Ciò nonostante – continua Giaimi – la capitozzatura è stata, nel tempo, la tecnica più utilizzata a Messina”.
E lo stesso Giaimi ha tentato di portare il Comune sulla retta via, provando a invertire un trend che si ripete da tempo. ” Quando ho proposto all’amministrazione comunale la mia collaborazione, uno degli scopi principali era quello di interrompere definitivamente quelle prassi che, negli anni, hanno portato allo stato di degrado dell’arredo verde, per cui i nostri giardinieri degli anni ’50 arrossirebbero di vergogna. A tale scopo, una delle prime cose a cui ho messo mano è la perizia che sta alla base dell’affidamento dei lavori di potatura che il sottoscritto ha profondamente modificato per poi metterla a disposizione della Pubblica Amministrazione (quelli utilizzati precedentemente erano tecnicamente errati e con prezzi eccessivamente stimati al rialzo). In questa nuova perizia, la capitozzatura è sempre espressamente esclusa a priori. Personalmente ho sempre sostenuto che, qualora un albero necessiti di essere capitozzato, allora è meglio eliminarlo completamente. Ma questi concetti sono ormai talmente risaputi che mi sembra incredibile, ancora oggi, dovere scrivere questa nota”.
Linee guida su cui la stessa Giunta avrebbe paradossalmente espresso parere positivo. “La visione programmatica e i metodi di gestione del verde pubblico – precisa Giaimi – sono sempre stati pienamente condivisi dall’assessore Daniele Ialacqua, il quale mi ha sostenuto, mentre non sempre ciò è avvenuto con gli uffici operativi del Comune. Il settore delle potature ne è l’esempio maggiore: per queste non solo non sono stato coinvolto, ma ho anche esternato a più riprese la mia contrarietà”.
Tirando le somme, Giaimi riconduce l’origine del problema a una mancanza di professionalità negli uffici responsabili della cura del verde pubblico. “La causa prima del corto circuito creatosi – spiega l’agronomo – va ricercata nella mancanza, presso il comune di Messina, di figure professionali con specifica competenza in un campo così delicato qual è la progettazione e la gestione del verde pubblico, che non può essere lasciato a chiunque. Stiamo parlando della tredicesima città d’Italia e, probabilmente, dell’unica città metropolitana che non comprende in organico un tecnico specializzato (forestale, agronomo, perito agrario, agrotecnico), come a dire che del verde si può interessare chicchessia (sia da parte degli amministratori che dalla parte delle imprese affidatarie), con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. D’altra parte la mia presenza in qualità di Esperto consulente trae giustificazione proprio da questa carenza”.
Dopo le dimissioni di Clelia Marano, Angela Rizzo, Luciano Marabello e Michele Cannaò, un altro esperto sembra essere in procinto di voltare le spalle al sindaco Accorinti. La nave, insomma, continua a perdere pezzi.
Andrea Castorina
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Ovviamente di incompetenti siamo pieni al Comune ad iniziare dal così detto sindaco e finire a Ialacqua che fa acqua da tutte le parti