Continua a far discutere l’ordinanza dell’amministrazione che limita gli orari della movida di Messina e pone restrizioni sulla vendita di alcolici. A prendere posizione contro il provvedimento è, oggi, il consigliere comunale Alessandro Russo: «Il proibizionismo – commenta – ha storicamente mostrato, e continua a mostrare, il fianco della sua inutilità assoluta».
Quale che fosse l’obiettivo dell’Amministrazione – se garantire il rispetto delle norme anti-covid ed evitare assembramenti, limitare il consumo di alcol tra i minorenni o ridurre il disturbo della quiete pubblica – secondo il consigliere del PD Alessandro Russo l’ordinanza emanata dalla Giunta De Luca avrebbe mancato il bersaglio provocanzo, anzi, danni ai gestori di lidi e locali, già in difficoltà a causa della crisi post-coronavirus.
Non solo, secondo l’esponente del Partito Democratico di Messina: «Emanare provvedimenti che ricordano i regimi totalitari o teocratici, dove lo Stato impone ai cittadini comportamenti che si ritengono “morali” o “giusti” rispetto ad una norma di controllo, è scelta che può andar bene, forse, a Teheran o a Pyongyang, non certo in una città che, con grandissime difficoltà, sta cercando di riaprire le proprie attività economiche per tornare a vivere».
Cosa non va (secondo Russo) nell’ordinanza sulla movida di Messina
Il divieto all’asporto di alcolici dopo le 20.00
Ma cosa c’è di sbagliato nell’ordinanza dell’Amministrazione secondo il consigliere Alessandro Russo? È presto detto, lo spiega punto per punto. Innanzitutto, scrive, vietare l’asporto di alcolici dopo le 20.00 «impedisce non soltanto la regolare attività di bar o di esercizi commerciali di vicinato ma anche di pizzerie, rosticcerie, focaccerie e panetterie, che pagherebbero incolpevolmente le scelte altamente restrittive stabilite indistintamente per tutti gli esercizi commerciali. Si aggiunga che, se l’intenzione dell’ordinanza è quella di impedire ai minori o a chiunque di comprare bibite alcoliche nelle ore serali, il divieto è facilmente aggirabile, provvedendosi con acquisti precedenti nell’arco della giornata, presso bar, supermercati e altre attività commerciali: non ultimi, i dispenser operativi h24 che, in pieno centro, distribuiscono birre e alcolici durante il resto della giornata».
Locali e lidi chiusi all’1.30 a Messina nel weekend
Altro punto critico dell’ordinanza messo in evidenza dal consigliere comunale del PD di Messina è quello riguardante l’orario di chiusura disposto per le attività: «Suscita stupore – scrive Russo – la scelta di stabilire per la stagione estiva orari di chiusura delle attività serali limitati all’1.30. Per moltissime attività estive, quali i lidi, che movimentano praticamente l’intera vita notturna cittadina, l’1.30 rappresentano un orario eccessivamente restrittivo per consentire lo svolgimento delle attività d’impresa. Se l’intenzione dell’ordinanza, anche in questo caso, è volta a evitare il disturbo della quiete, la soluzione più opportuna sarebbe quella di obbligare a ridurre i decibel delle emissioni musicali, consentendo in maniera più rispettosa della quiete la normale attività sociale dei clienti, contemperando sia il diritto alla quiete e al riposo, che quella di svolgere attività economica».
«Del resto – prosegue –, il rischio del contagio non è in alcun modo derivante da particolari orari del giorno o della notte: il rischio del contagio da Covid-19 non è più grave se si acquista una birra dopo le 20, né è più marcato dopo le 1.30 della notte».
La richiesta di revoca o modifica dell’ordinanza sulla movida di Messina
Secondo Alessandro Russo, in definitiva, l’ordinanza, seguita ai suggerimenti della Prefettura di Messina, andrebbe revocata o quantomeno modificata, puntando su altri provvedimenti e su controlli più attenti per quel che riguarda, da un lato, le norme del distanziamento fisico necessarie per limitare i rischi di contagio del coronavirus; dall’altro la vendita di alcolici ai minorenni.
«Ai minorenni nessuno può vendere birre o vino – sottolinea Russo. Si chieda ai commercianti di fare rispettare questo divieto, magari chiedendo l’esibizione dei documenti all’atto della vendita, piuttosto che vietare tout court la vendita di alcolici a chiunque per non essere capaci di saper fare rispettare i divieti di vendita già vigenti per legge».
«Controlli rigidi delle norme già esistenti – conclude il Consigliere. Questo servirebbe per assicurare che le attività economiche possano ripartire in sicurezza e nel rispetto del decoro cittadino. Il proibizionismo ha storicamente mostrato – e continua a mostrare – il fianco della sua inutilità assoluta. È bene non mettersi a inseguirlo a Messina proprio adesso».
Per questi motivi, il consigliere comunale Alessandro Russo ha richiesto all’Amministrazione la revoca o la modifica urgente dell’ordinanza sulla movida di Messina.
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