I numeri parlano chiaro: a fronte dei tanti “blitz” condivisi sui social, nell’ultimo anno e mezzo il numero di multe fatte a Messina è rimasto pressoché invariato. A sottolinearlo è il capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Comunale Andrea Argento che attacca il sindaco Cateno De Luca: «L’unica cosa che è aumentata è il numero dei post su Facebook».
Il consigliere pentastellato ha recentemente richiesto un accesso agli atti della Polizia Municipale per verificare quanto i “blitz” del primo cittadino abbiano influito sul numero di multe e sequestri effettuati in città. Stando ai dati, sottolinea Argento, lo scenario apparirebbe inequivocabile: «Malgrado i mille post sui social da parte del sindaco Cateno De Luca, i toni da sceriffo, la repressione “virtuale” e i continui attacchi all’operato dei Vigili, rispetto alle precedenti amministrazioni la situazione è rimasta pressoché invariata».
«L’unico dato significativo – sottolinea – è quello relativo al sequestro di frutta e verdura, a fronte però di un calo vertiginoso degli oggetti sequestrati agli ambulanti, di cui il sindaco si è recentemente vantato sui social. Nonostante i continui proclami e le invettive contro “quelli che c’erano prima”, tutto il resto è uguale a prima: dalle multe per sosta selvaggia alle sanzioni per violazioni del codice della strada. Viene spontaneo chiedersi, a questo punto, a cosa servano tutti i blitz teatrali a cui abbiamo assistito in questi mesi, se a conti fatti non è cambiato nulla».
Ed in effetti, i dati evidenziano come le multe per sosta irregolare siano aumentate rispetto al 2017, ma diminuite rispetto al 2018. In ogni caso, le variazioni sono minime. Situazione simile anche per quel che riguarda i verbali per violazione del Codice della Strada.
«Tutto ciò – commenta infine Argento – è l’ennesima dimostrazione della differenza che intercorre fra la realtà dei social e le condizioni effettive in cui versa Messina, che negli ultimi anni è solo peggiorata, sotto tutti i punti di vista, ma per fortuna i cittadini stanno iniziando a capire cosa si nasconde dietro alla “coltre di fumo” e alla continua campagna elettorale a cui stiamo assistendo, come se fossimo in un perenne reality show».
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