Sarà scoperta sabato 12 febbraio in occasione dell’inaugurazione del nuovo tratto di via Don Blasco, la statua rappresentante Messina realizzata dall’artista Alex Caminiti. L’opera raffigura una giovane figura femminile coronata da torri ed è collocata al centro della nuova rotonda di via Santa Cecilia.
L’assessore ai Lavori Pubblici, Salvatore Mondello, lo aveva anticipato nella diretta dello scorso 27 gennaio dal cantiere della nuova via Don Blasco. Entro la fine del mandato, quindi entro il 14 febbraio, verrà consegnata alla città la tratta di via Santa Cecilia (e insieme anche quelle di via Salandra e via Maregrosso). Gli interventi in conclusi e in corso per consegnare quest’importante arteria, fondamentale per snellire il traffico in centro città, hanno previsto oltre al rifacimento dell’asfalto, l’installazione di illuminazione a led e la cura del verde.
Dato che la Via Santa Cecilia, nel punto in cui incrocia la nuova via Don Blasco, sarà uno snodo importante per la viabilità e rappresenterà la prima porta di accesso alla strada del mare, l’Amministrazione ha voluto dotarla di un simbolo che rappresenti l’identità messinese. Il simbolo prescelto è la statua realizzata dall’artista ed Esperto del Comune per l’arte contemporanea Alex Caminiti e donata dalla titolare dell’impresa Emy Import, Simona Scibona.
A commentare l’opera, l’architetto Nino Principato, che ricorda, tra le altre cose, come Messina sia sempre stata rappresentata da una donna in abiti classici con il capo coronato da tre torri o da una corona turrita. Così è rappresentata, per esempio, nella statua marmorea posizionata oggi al centro di piazza Minutoli.
«A sottolineare il carattere indomito e guerriero della città – scrive Principato –, Alex Caminiti ai lati dei fianchi del personaggio ha collocato una spada e un’ascia che hanno sempre distinto Messina nelle vicende belliche che l’hanno vista protagonista in difesa della sua libertà e dei suoi privilegi. Ma anche l’indole combattiva per la quale, nonostante gli eventi avversi, nella sua lunghissima storia è sempre risorta dalle sue ceneri, come l’”Araba Fenice”».
«Sul gonnellino – prosegue Principato –, altri due simboli. A destra, il leone rampante che allude alla forza della città sin dai Vespri Siciliani del 1282. […] A sinistra nel gonnellino, la moneta del Messanion coniata durante la tirannia di Anassila a Messina dal 492 fino alla sua morte nel 476 a.C., già tiranno reggino. Al recto la biga e al verso la lepre che rappresentavano le due passioni di Anassila: le corse e la caccia. Caminiti ne raffigura il verso con la lepre corrente e la scritta “MESSANION” (pare che il tiranno, abile cacciatore, abbia introdotto la lepre in Sicilia)».
«Alex Caminiti – conclude Nino Principato –, quindi, in questa sua scultura condensa e sintetizza in maniera simbolica e affascinante la storia più antica di Messina attraverso le sue peculiari e più rappresentative vicende, i suoi segni più gloriosi, la sua anima e il suo essere, insomma, il genius loci della città. E lo fa con uno stile e una tecnica impeccabili che pur mantenendosi sul filo del verismo raffigurativo, tuttavia lo attualizza alla contemporaneità: quella ragazza è senza tempo, appartiene al passato, appartiene al presente e appartiene al futuro di una bella città fondata nel 740 a.C., ne celebra i fasti e ne addita i destini di una grande fortuna, per come merita».
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