Consentire alle piccole e medie imprese siciliane, attive prevalentemente nel commercio, nel turismo, nell’artigianato e nei servizi, di riprendere a lavorare e di farlo in sicurezza: è questo l’obiettivo del presidente della Regione Nello Musumeci che, insieme agli altri governatori del centrodestra, intende chiedere al premier Giuseppe Conte di modificare alcune disposizioni del dpcm del 26 aprile, quello di avvio della fase di convivenza con il coronavirus.
Che le misure contenute nell’ultimo decreto Conte non avessero convinto del tutto il Presidente della Regione Siciliana si sapeva già. Nello Musumeci, nel corso di un intervento televisivo, aveva sottolineato come, secondo lui, alcuni provvedimenti riguardanti in particolare le riaperture di giugno fossero «o troppo stringenti o contraddittori». Per discutere di questo e di quali proposte presentare al Presidente del Consiglio dei Ministri, il governatore incontrerà oggi pomeriggio in videoconferenza i colleghi del centrodestra.
«Le misure annunciate per il 4 maggio – afferma il presidente Nello Musumeci – lasciano scontenti tutti: settentrionali e meridionali, chi per l’apertura e chi per la chiusura e si muovono poi in evidente contraddizione. In Sicilia non abbiamo grandi fabbriche, ma una diffusa presenza di piccole e medie imprese nel commercio, nel turismo, nell’artigianato e nei servizi. Metterle in condizioni di lavorare, nel rispetto assoluto delle norme di sicurezza, è un dovere del governo nazionale. Se proprio non vuole farlo, autorizzi le Regioni ad adottare le misure che risultino compatibili con la situazione epidemica locale».
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