Firmata dall’avvocato Valentino Gullino, il Movimento Liberi Insieme, a Messina rappresentato dall’ex consigliere provinciale Roberto Cerreti, invia una lettera aperta all’onorevole Francantonio Genovese, in carcere perchè imputato nel processo scaturito dall’inchiesta sulla Formazione denominata Corsi d’oro.
Questo il testo:
“Illustrissimo Onorevole, per tanti mesi, forse troppi, il nostro movimento ha assistito alle vicende processuali e mediatiche che la riguardano senza mai esprimersi pubblicamente o riferire commenti sul caso, convinti che le evoluzioni sulla vicenda Genovese avrebbero preso una piega decisamente differente.
Le nostre storie politiche e personali, seppur differenti, ci hanno fatto incontrare su un’idea comune e condivisibile per il rilancio dei territori provinciali nel 2012, che solo lo psichedelico Crocetta, tra una denunzia ed un falso proclama, ha saputo annientare con la proposta di abolizione delle Province regionali e la mancata attuazione di una norma sui Liberi Consorzi in grado di tutelare e salvaguardare le esigenze ambientali e sociali dei comuni e dei lavoratori degli ex enti sovracomunali.
Senza entrare nel merito delle motivazioni che l’hanno condotta a subire il provvedimento cautelare che sta scontando, non possiamo, però, come libero movimento di ispirazione democratica, che rimanere straniti e sorpresi nel vedere da un lato la Procura di Messina insistere nel trattenerla relegato a Gazzi, preoccupata per la eventuale reiterazione del reato, e dall’altro il grande orgoglio e la dignità da Lei mostrati nell’estrema difesa della Sua innocenza, nonostante le enormi sofferenze che questo comporta e che comprendiamo, nel non accettare il compromesso delle Sue dimissioni da Parlamentare Nazionale, che probabilmente le consentirebbe una misura cautelare differente, e di poter uscire anticipatamente dal carcere.
Non le nascondiamo la grande amarezza e delusione nell’assistere alla pochezza dei suoi tanti amici del Pd e di qualche consigliere comunale che già dal giorno dopo del Suo arresto, discutevano animatamente, piuttosto che su come dar forza e sostenere le ragioni del proprio leader, su come appropriarsi in futuro degli scranni regionali e nazionali dei propri “ex benefattori”, immemori ed ingrati per ciò che in qualche caso, già avevano ottenuto fortunosamente in dono.
Negli ultimi giorni abbiamo letto le dichiarazioni del Suo avvocato ed i commenti delle persone, frapposte tra chi ha già deciso che Lei è colpevole ed il male assoluto di Messina e chi lo ritiene, invece, una sorta di prigioniero politico, ingiustamente detenuto alla stregua dei peggiori criminali.
Riflettevamo e francamente, al di là di ogni istintività e della colpevolezza o meno, pensiamo che siamo di fronte ad una fattispecie di processo politico o politicizzato in cui tutto è lecito e poco contano i presupposti giuridici della presunzione d’innocenza, anzi, nel Suo caso specifico, è già certo che è colpevole e che non merita clemenza né rispetto per alcuna procedura processuale che possa in qualche maniera rendere più digeribile la Sua detenzione.
La verità caro Onorevole è che, oltre ogni opinione, Lei è colpevole di essere preparato, ostinato, straricco e semiproprietario dello Stretto di Messina, Sue vere e sicure colpe, ma per il resto è inaccettabile che un cittadino possa essere detenuto in carcere in maniera cautelare per oltre 8 mesi e senza una condanna definitiva, ragionamento che ovviamente vale per qualsiasi altro cittadino che si trova nella medesima situazione, al cospetto di delinquenti certi con condanne certe e rinviati a giudizio per questioni anche più rilevanti che siedono tranquillamente nei diversi rami del Parlamento o addirittura governano indisturbati regioni, come è inaccettabile che i consiglieri comunali del PD piuttosto che presenziare durante i processi, non prendano realmente una posizione politica e sociale forte in sostegno della Sua innocenza e di un progetto che non è ancora finito, la loro presenza in Tribunale dovrebbe dimostrare questo, sospendendosi da quel partito carnefice che l’ha tradita ed abbandonata al proprio destino.
Veda Onorevole, non sappiamo se Lei è colpevole, ma siamo fermamente convinti che un uomo che si ostina a difendere le proprie posizioni in questa maniera e con tale nobiltà non può essere abbandonato da solo all’interno di 4 mura di un carcere esclusivamente perché si chiama Francantonio Genovese.
Onorevole Genovese, forse qualche Suo amico politico o di partito l’avrà pure rinnegata, ma Le assicuro che ci sono tanti cittadini, come gli aderenti al nostro Movimento, che sono convinti che saprà dimostrare la propria estraneità alle contestazioni attribuitele e che la grande forza che sta mostrando in questo lungo periodo buio non sarà vana e che un giorno diventerà un grande tesoro d’esperienza per aiutare il prossimo e ci auguriamo ancora una volta a disposizione della nostra martoriata ma amata città.”
(840)