Chiudere formalmente l‘hotspot di Bisconte ed estendere le misure economiche in favore di Lampedusa anche a Messina e ad altre comunità che accolgono i migranti in arrivo sulle coste della Sicilia: sono queste, in sintesi, le richieste dei parlamentari messinesi del Movimento 5 Stelle, Grazia D’Angelo, Francesco D’Uva e dei deputati Ars Antonio De Luca e Valentina Zafarana a seguito dell’incontro a Palazzo Chigi tra Giuseppe Conte e Nello Musumeci.
Dopo la sospensione dell’ordinanza di chiusura degli hotspot e dei centri di accoglienza della Sicilia emanata dal presidente della Regione, il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese hanno incontrato il governatore Nello Musumeci, l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e il sindaco di Lampedusa Totò Cordaro. Dall’incontro – che non ha soddisfatto del tutto il Presidente Musumeci – sono emerse misure economico-finanziarie che prevedono ristori per Lampedusa e l’esenzione della tassazione per i suoi abitanti (sospensione di adempimenti e versamenti, anche arretrati).
Migranti: misure economiche per Messina e il nodo di Bisconte
«Apprezziamo la volontà del nostro Governo di prevedere l’arrivo di due navi che trasferiranno i migranti presenti nell’hotspot di Lampedusa, il rafforzamento della sorveglianza sanitaria dei migranti ed un piano di rimpatrio intensificato» esordiscono i pentastellati. Ma c’è un ma. Oltre a queste misure, secondo loro, da Roma si dovrebbe fare di più.
I deputati regionali e nazionali del Movimento 5 Stelle, infatti, chiedono che i provvedimenti economici previsti per Lampedusa vengano estesi anche ad altre comunità siciliane che «hanno dimostrato generosità e spirito di accoglienza negli ultimi mesi come Caltanissetta, Vizzini, Porto Empedocle, Pozzallo e Messina». Ma la città dello Stretto, rimane ancora da sciogliere il nodo dell’ex hotspot di Bisconte: «Da anni ormai – spiegano i pentastellati – denunciamo la necessità di chiuderlo, viste le condizioni in cui sono costretti a vivere gli ospiti del centro. Attualmente questa struttura non è aperta, ma vorremmo che venga chiusa formalmente».
«L’ex caserma Gasparro – aggiungono – ricade, inoltre, in una zona fragile inserita in ambito di risanamento e si trova anche nelle vicinanze centro cittadino ed i residenti hanno chiesto più volte che sicurezza ed accoglienza vadano di pari passo».
La gestione dei fenomeni migratori verso la Sicilia
Più in generale, per il Movimento 5 Stelle «è arrivato il momento di attuare un piano concreto per la gestione dei fenomeni migratori che vedono coinvolta la Sicilia, a causa dell’instabilità del Nord Africa e, in particolare della Tunisia, che in questi mesi hanno messo a dura prova la nostra isola».
«La Sicilia è il primo approdo del Mediterraneo – proseguono – e, proprio per questo, necessitiamo di strutture adeguate, così come le navi per la quarantena, per effettuare i dovuti screening sanitari ai migranti che sbarcano. Servirà anche una struttura burocratica e giuridica snella che possa distinguere i richiedenti asilo (che godranno di protezione umanitaria) dai migranti economici (che potranno essere ricollocati per lavorare nelle regioni del nostro Paese)».
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