Messina. I “vaffa” di De Luca scatenano il web e dividono i cittadini

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Si fa sempre più serrata e “vivace” la narrazione social del sindaco di Messina Cateno De Luca che, nella mattinata di oggi, ha commentato quasi minuto per minuto i blitz effettuati alle sedi di due delle società partecipate: prima ATM e poi Messinaservizi Bene Comune.

Che il nuovo primo cittadino sarebbe stato molto attento alla comunicazione sui social lo si poteva immaginare già dai tempi dalla campagna elettorale, ma queste ultime settimane ne stanno dando un’ulteriore conferma. Oltre a comunicare il proprio programma giornaliero e a rendere conto di ciò che avviene dentro e fuori le mura di Palazzo Zanca, Cateno De Luca utilizza la propria pagina Facebook per comunicare direttamente con i cittadini, ma spesso anche con i dipendenti comunali.

A circa una settimana dal primo e perentorio messaggio lanciato agli impiegati del Municipio, in cui li invitava a “non bivaccare davanti alle macchinette del caffè”, arriva un secondo e “colorito” intervento: «Mandati a fare in culo due dirigenti del Comune!». Stando alla ricostruzione fornita, i dirigenti in questione si sarebbero rimpallati a vicenda la responsabilità per il mancato pagamento della 14esima mensilità ai dipendenti dell’ATM.

Una modalità di comunicazione, questa, che, a giudicare dalle reazioni sul web, sembra piacere a molti, ma non a tutti. Tra i tanti commenti positivi al post di oggi riferito ai due dirigenti, figurano anche alcune voci “fuori dal coro”.

commento nella pagina facebook del sindaco cateno de luca commento nella pagina facebook del sindaco cateno de luca

Ai quali, come si può vedere sulla pagina del primo cittadino, si contrappongono decine di feedback positivi e di supporto.

commento nella pagina facebook del sindaco cateno de luca

commentopositivodeluca2

Tra chi si oppone a queste modalità comunicative c’è anche l’ex consigliere della VI circoscrizione Giuseppe Sanò, che ha commentato con disappunto i toni assunti negli ultimi tempi dalla politica locale e nazionale, concentrandosi in particolare sul primo cittadino che definisce come il “Sindaco comunicatore”, accusandolo di “far leva sulla pancia dei messinesi anziché sulla testa”.

La diatriba si sarebbe comunque risolta velocemente, come spiega lo stesso De Luca in un successivo post: «Il mandato di pagamento della 14esima per i dipendenti dell’ATM è in banca da 8 minuti e 33 secondi, risolto il conflitto di competenze fra i dirigenti Pizzino e De Leo».

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  1. Viste le promesse elettorali, ci si sarebbe aspettati che le stesse iniziative le avessero prese “quelli che c’erano prima”, in questo caso: Accorinti e company. A proposito… che fine hanno fatto i soldini in eccedenza rispetto allo stipendio di docente che Accorinti aveva promesso di non percepire? Vabbé che non poteva esimersi dal percepirli, ma, a fine mandato, poteva ben fare una donazione alle casse del Comune! Allora sì che avrebbe potuto dire di avere lasciato qualcosa!

  2. Non sono un sostenitore accorintiano, a me risultas da notizie acquisite dalla stampa che alla fine del mandato abbia donato 100,000 euro alla città per servizi ai cittadini e bambini , questo l’ha mantenuto almeno!!!!!

  3. quello è stato un comunicato fatto tre giorni prima delle elezioni, dei fatti successivi nessuna notizia! Sigh!!!

  4. Sta esagerando troppo!!
    La smetta di minacciare e si impegni a risolvere i problemi, con le minacce non si ottiene nulla.
    Faccia il sindaco e lasci gli assessori ad intervenire dove necessario e di loro competenza.
    Con il suo comportamento potrà far parlare e discutere soltanto i BUDDACI.

  5. Se il Sindaco ha mandato aff… i due dirigenti e loro hanno immediatamente eseguito vorrà dire che il Sindaco aveva ragione
    Viceversa si sarebbero opposti adeguatamente ai metodi burberi del Sindaco

  6. Messinesi nn lamentatevi come donnette lui e cosi prendere o lasciare, vedrete che si adegueranno

  7. Accorinti aveva promesso che, detratto lo stipendio da insegnante, avrebbe restituito l’intera, dico intera differenza alla città. 100 mila euro (che non si potrà mai controllare la sua destinazione) sono pochini, mancano all’appello almeno altri 200 mila euro. Sono rimasti nelle sue tasche, che distratto!

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