Come si disegna una storia, i personaggi, il volto, la figura umana, dalla matita alla china e la colorazione: questi gli elementi della paraletteratura affrontati durante il laboratorio di fumetto all’interno della Casa Circondariale di Messina.
L’iniziativa, rivolta alla “sezione maschile protetti”, è promossa dal CePAS (Centro Prima Accoglienza Savio) ed è coordinata da Raffaella Lombardi; grazie anche al direttore dell’Istituto Angela Sciavicco, il comandante della polizia penitenziaria, Antonella Machì, il responsabile dell’area trattamentale, Letizia Vezzosi, l’educatrice Nicoletta Irrera e Lelio Bonaccorso. Le lezioni sono tenute da Michela De Domenico e Giuliana La Malfa, già componenti dell’Officina del Sole.
«La nostra presenza continua e il lavoro fatto per gli ospiti – spiega Raffaella Lombardi – è parte di un programma che è iniziato tanti anni fa e che ha sempre dato risultati apprezzabili, soprattutto nel sostegno di quanti sono ristretti a Gazzi. È chiaro che queste sono alcune delle nostre attività e il programma è ben più vasto anche se di difficile realizzazione e tende a migliorare la qualità della vita di persone che si sentono sole ed emarginate».
Cos’è il CePAS
Il CePAS, promosso e realizzato dai Salesiani del Savio di Messina, svolge attività di prevenzione del disagio e di recupero dell’emarginazione giovanile a Messina, in Sicilia e in Calabria. Interviene operando per il superamento di situazioni di disagio fisico-economico, sociale, scolastico, familiare ed assistenziale. Il Centro, che si ispira al sistema pedagogico preventivo di Don Bosco, è particolarmente impegnato a costruire e favorire la qualità della vita, intesa come valore di realizzazione nella libertà e nella responsabilità in un contesto sociale che promuove la dignità globale della persona umana. Il Centro con i suoi circa 60 volontari – salesiani e laici variamente coinvolti – è fattivamente impegnato in un servizio, ampio e a diversi livelli.
(149)