Messina. Nuove Pensiline ATM, gli artisti: «Di arte non ne vogliono assolutamente parlare»

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Non poche le polemiche scatenate dalle nuove pensiline del tram realizzate nell’ambito della campagna “This is Messina” e inaugurate proprio ieri, martedì 30 maggio, al capolinea ZIR dal Sindaco Federico Basile e il Presidente di ATM Giuseppe Campagna. A far storcere il naso, e anche la vista, le gigantografie dei prodotti gastronomici tipici della città dello Stretto; dalla focaccia, all’arancino, passando allo spiedino di braciole.

Fotografie che vanno a coprire le pensiline di DistrArt, progetto artistico dell’ex Amministrazione Accorinti curato da Enrica Carnazza, deturpate dal tempo e non solo. Così il ponte della feluca realizzato da NessuNettuno, che faceva compagnia in attesa del tram, è stato sostituito da un vassoio di focaccia tradizionale con acciughe. Ma cosa ne pensano gli artisti che nel 2015 sono stati coinvolti in DistrArt – Distretto d’Arte Urbana e sono stati informati dall’Azienda Trasporti Messina e dall’Amministrazione?

«No, non mi hanno informato –, ci dice Simone Caliò. Più volte ho protestato, quando è stato pubblicato il bando da 24mila euro. Campagna e Basile avevano detto che non sarebbero state toccate le pensiline, ma solo quelle danneggiate, ma siccome sono danneggiate tutte le toglieranno tutte. Avevano detto che erano a disposizione di noi artisti, ma ancora non si sono fatti sentire. Il loro intento è mettere gli arancini, di arte non ne vogliono assolutamente parlare».

Pensiline ATM: «Quali saranno preservate?»

Dello stesso avviso Michela De Domenico: «Ho impressione – dice Michela – che questo sia solo l’inizio per tastare il polso della città, prima di proseguire con le sostituzioni. Credo che questa foto (in foto la pensilina di Rosario Catrimi coperta dal monitor dell’ATM, ndr.) dica già molto su come venga considerata tutta l’operazione DistrArt. A questo punto sarebbe utile da capire quali pensiline saranno preservate».

«Credo sia assurdo indire un nuovo concorso di idee senza neanche provare a portare avanti un discorso che fu molto interessante, parlo di DistrArt. È ovvio – ci dice Manuela Caruso – che le pensiline e i dipinti si danneggino nel tempo ma è anche più semplice andare a riprendere, restaurare e salvaguardare invece che sostituire, soppiantare. Credo sia triste non avere riguardo degli artisti e di un progetto che poteva essere continuato. Non mi stupisce che abbiano scelto una becera campagna turistica incentrata su banalissime foto della città e che quindi si sia passati da un’operazione artistica con una precisa connotazione estetica e simbolica ad una stupidissima e quanto mai brutta operazione di marketing senza un filo che lega tra l’altro, perché se è vero che andranno a rifare solo le pensiline danneggiate allora l’effetto patchwork sarà assicurato».

«Nessuno ci ha informato e nessuno – aggiunge Daniele Vis Battaglia – ci ha detto dove finiranno le pensiline che verranno sostituite; ma sarebbe interessante capirlo e magari riposizionarle da un’altra parte. Io sono andato a sistemare le pensiline (quelle vandalizzate da scritte razziste) a spese mie; l’ATM mi ha dato solo il permesso di andare».

Insieme alle pensiline della linea tranviaria, il progetto prevedeva anche la realizzazione di opere di street art nel Distretto Portuale (da qui il nome DistrArt) realizzate da artisti internazionali; i muri verranno demoliti per la realizzazione dell’I-HUB dello Stretto di Messina. Insomma “This is Messina”.

Foto di Simone Caliò

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