Secondo il sindaco di Messina Cateno De Luca il Referendum per l’istituzione del Comune di Montemare “non s’ha da fare”. Perché? Per due motivi: la proposta presentata è, a suo parere, incostituzionale e costerebbe troppo, oltre 700 mila euro.
Nel 2012 un gruppo di cittadini provenienti dai villaggi collinari ricadenti nella zona degli ex XII e XIII Quartiere, capitanati da una quarantina di membri del comitato promotore “Montemare Comune”, ha richiesto il distacco dalla città dello Stretto e la formazione di un’ente comunale separato. La richiesta dei residenti di della zona nasce dalla percezione di una mancanza di bisogni condivisi e di continuità territoriale rispetto al Comune di Messina. L’istanza è poi approdata nel 2013 all’assessorato regionale di competenza che, dopo un’istruttoria di 5 anni, ha dato il suo benestare. La consultazione referendaria è fissata per il 16 dicembre 2018.
Ma nei giorni scorsi Palazzo Zanca ha deciso di opporsi al referendum e ha presentato ricorso straordinario al Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. In sostanza, secondo l’Amministrazione, la consultazione non sarebbe legittima, ma anzi, violerebbe gli artt. 3 e 48 della Costituzione, oltre che l’art. 8 della legge regionale del 23 dicembre 2000.
Per prima cosa, sostiene infatti il primo cittadino, la richiesta è stata firmata ben 8 anni fa e le indagini per valutarne la legittimità sono state fatte su dati che potrebbero risultare ormai obsoleti. La votazione, inoltre, coinvolgerebbe anche i cittadini non direttamente interessati alla vicenda, mentre, secondo il Sindaco, dovrebbe riguardare esclusivamente le persone registrate come residenti nell’ultimo censimento disponibile.
Infine, a preoccupare in modo particolare il sindaco Cateno De Luca, come si evince dal commento condiviso sulla propria pagina Facebook ufficiale, sono i costi della consultazione che si aggirerebbero intorno ai 700 mila euro.
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