“Messina 2020, crocevia di popoli e culture” questo il tema del dossier illustrato ieri mattina alla cittadinanza dall’assessore alla Cultura Federico Alagna per la candidatura della città dello Stretto a Capitale della Cultura. Il documento è stato inviato lo scorso 14 settembre a Roma, dove verrà sottoposto alla valutazione di un team di esperti.
Il livello della competizione è molto alto. Le città candidate sono 46, di cui 6 siciliane, e il titolo per il 2018 è già andato al capoluogo dell’isola, ovvero Palermo, ma, comunque vada la sfida, il documento non andrà sprecato. Chiarisce, infatti, l’assessore Alagna che: «il dossier è anche un piano culturale strategico, condiviso e concordato da una pluralità di soggetti, che assorbe e accoglie, a partire dalla visione della città porto di Matvejevic, la pluralità di identità, spesso in contraddizione tra loro, di cui è fatta la nostra città».
Sono state tantissime le realtà coinvolte nella redazione del documento e nella programmazione dei progetti che contiene. Oltre ai cittadini e ai rappresentanti dell’associazionismo locale, nel corso delle assemblee di questi mesi, hanno partecipato attivamente ai lavori 15 partner di alto rilievo: Città Metropolitana di Messina, Università degli Studi di Messina, MuMe –Museo Interdisciplinare Regionale di Messina, Ente Autonomo Regionale Teatro di Messina, Marina Militare, Autorità Portuale di Messina, Istituto per l’Ambiente Marino Costiero – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Biblioteca Regionale di Messina, Fondazione Horcynus Orca, Fondazione Taormina Arte Sicilia, Camera di Commercio di Messina, Comitato Promotore SabirFEST, Accademia Filarmonica di Messina, Filarmonica Laudamo, Associazione Musicale Vincenzo Bellini.
«È un documento – ha spiegato Alagna – che parte dal lavoro svolto in questi anni, dagli oltre 250 milioni investiti (con progetti già finanziati) dal Comune e dagli altri partner di Messina 2020 per una città più aperta, accogliente, culturalmente viva, sostenibile e accessibile, tecnologica». In quest’ambito, sono stati proposti per il 2020 dodici eventi principali, del valore di oltre 4 milioni di euro, di cui è già stata valutata la fattibilità finanziaria. «Tra gli altri – ha continuato – mi piace citare il Sicily Light Art Fest, che diverrebbe uno dei dieci festival europei di luci (insieme a Praga, Amsterdam e altre città), nonché il primo in Italia, sviluppando e arricchendo l’esperienza del Kernel». E poi, il ritorno della Rassegna Internazionale del Cinema di Messina e Taormina, una mostra-evento degli argenti messinesi del ‘600 e del ‘700.
«A eccezione di quelle economicamente più impegnative, – ha concluso Alagna – la maggior parte di queste iniziative sono realizzabili indipendentemente dal successo della candidatura: basterà la volontà delle istituzioni e degli attori coinvolti di portarle avanti congiuntamente».
Non resta che aspettare il 15 novembre 2017 per la presentazione delle 10 città finaliste e, se selezionati, il 31 gennaio 2018, per l’annuncio dell’assegnazione del titolo. Intanto un altro passo del progetto “Messina Capitale della Cultura” è stato fatto.
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