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Messina Capitale della Cultura 2020: «Un piano di sviluppo strategico culturale per la città»

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Foto del dossier inviato per la candidatura di Messina a Capitale della Cultura 2020Messina Capitale della Cultura 2020. Si conclude in queste ore la prima fase del percorso di candidatura che vede fra i suoi protagonisti anche la città dello Stretto.

Attraverso una serie di assemblee aperte alla cittadinanza, all’insegna della partecipazione, il comune di Messina ha redatto e spedito il Dossier, richiesto entro il 15 settembre, per la conferma della candidatura.

«Il percorso che ha portato alla redazione del dossier è stato molto complesso e ha coinvolto cittadini, istituzioni ed esperti provenienti da vari settori» ha spiegato l’Assessore alla Cultura Federico Alagna.

«Si è scelto di dare risalto alla storia della città, partendo da un tema principale, quello della Città Porto, e da tutto ciò che la dimensione portuale comporta e ha comportato in termini culturali». Il programma realizzato mette in evidenza la sinergia tra le varie realtà del territorio, partendo dai musei, passando per il teatro e le associazioni. «Il documento – conclude – rappresenta un vero e proprio piano strategico culturale per la città che va al di là della candidatura, e si pone in continuità con ciò che è stato fatto in questi anni in vari settori, dagli interventi per la mobilità sostenibile alle infrastrutture».

Il documento, che verrà presentato alla città tra una decina di giorni, sarà esaminato da una giuria di sette esperti che, entro il 15 novembre 2017, selezioneranno un massimo di dieci finaliste e verificheranno: l’efficacia del progetto proposto e la sua capacità di incrementare il turismo; il livello di integrazione e collaborazione tra attività pubbliche e private nella realizzazione delle iniziative previste; la coerenza del programma; la creazione e l’efficienza di un organismo atto a verificare il funzionamento delle iniziative; la realizzazione e la presenza di strutture adatte a ospitare gli eventi programmati.

Nel corso di questi mesi la candidatura, annunciata a fine giugno, ha destato reazioni contrastanti, da un lato entusiasmo, aspettativa e voglia di mettersi in gioco, dall’altro perplessità e scetticismo per le condizioni in cui la città si presenta a una sfida di questo calibro.

Il conferimento del titolo, della durata di un anno, non è, chiaramente, solo una questione di prestigio o visibilità, ma rappresenta un’opportunità di crescita per la città selezionata. Obiettivo primario dell’iniziativa, arrivata in Italia a seguito del decreto del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo del 12 dicembre 2014, è, infatti, la promozione di attività in grado di valorizzare il patrimonio culturale e paesaggistico, di stimolare il turismo e favorire la coesione sociale.

In corsa per il titolo altre 45 città, tra cui le cinque siciliane: Agrigento, Catania, Noto, Ragusa e Siracusa. L’attuale Capitale della Cultura Italiana è Pistoia, mentre il 2018 sarà il turno di Palermo. Nel 2019 la Capitale sarà invece Europea e la scelta è ricaduta su Matera.

Il conferimento del titolo di Capitale della Cultura 2020 verrà reso pubblico entro il 31 gennaio 2018.

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