Ci affidiamo alle previsioni satellitari che parlano di due giorni di maltempo che colpirà Messina oggi – giovedì 28 ottobre – e domani. Gli esperti parlano di ciclone medicane, che indica la fusione tra Mediterranean e Hurricane. Nelle prossime ore Messina potrebbe essere al centro di un ciclone tropicale mediterraneo caratterizzato da forti venti e piogge abbondanti.
Il maltempo, sempre secondo le previsioni satellitari, dovrebbe abbattersi sulla Sicilia orientale (anche Catania, quindi, già in forte crisi dopo le abbondanti precipitazioni degli ultimi giorni, che hanno causato vittime e ingenti danni) e la Calabria. Per capire meglio cosa aspettarci, abbiamo chiamato all’appello il geologo messinese Roberto Grano.
Maltempo a Messina, risponde l’esperto
Il geologo Roberto Grano, che lavora per una società di geoingegneria milanese che si occupa anche di sistemazione di versanti in frana e di idraulica in senso stretto, era stato sintetico ma efficace quando lo avevamo sentito proprio ieri per la nuova ondata di maltempo prevista per le giornate di oggi e domani. Con lui abbiamo approfondito l’argomento, che più e più volte ha interessato il nostro territorio.
Roberto, come si presenta il territorio messinese? «Il territorio messinese si configura in una situazione molto particolare, perché ci troviamo all’interno di uno Stretto che incanala i venti e in più ci sono due versanti molto ripidi a poca distanza dalla costa, che ne accentua la pendenza».
Ieri avevi parlato di pendii ripidi e spazzatura che ostruiscono i tombini, quali sono gli altri elementi che potrebbero complicare le cose durante il maltempo a Messina? «La spazzatura e l’accumularsi di rifiuti nelle calette di scolo e nelle reti di drenaggio. Questo, oltre alla vegetazione non mantenuta, ostruisce tutte le linee di deflusso dell’acqua che da qualche parte deve andare perché segue la linea di massima pendenza. Se trova le reti occupate allora troverà un’altra via: le strade».
Cosa si intende per rischio di dissesto idrogeologico e che strumenti possiamo usare per evitarlo? «Il rischio geomorfologico, termine scientificamente più corretto, è una costante, come i fenomeni vulcanici. Anche i fenomeni atmosferici sono dei fenomeni che avvengono con dei tempi di ritorno (la frequenza con cui accade un evento) che prima erano tempi lunghi. Adesso con il cambiamento climatico in atto accade più frequentemente.
Bisogna mitigare il rischio e adeguarsi ai tempi naturali. Adeguare le strutture, fare manutenzione e anche noi singoli possiamo fare prevenzione. Per esempio evitando di buttare la carta a terra o il frigo nella fiumara. Questo fa una differenza sostanziale. Parlo proprio di frigo perché l’altro fattore di rischio, il più dannoso, oltre alle piogge intense, è tutto quello che l’acqua trasporta. Dal sasso al tronco, alle carcasse d’auto. E questo provoca un ulteriore danno».
A questo link le immagini del satellite.
(Foto di repertorio)
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