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Inchiesta sui bilanci del Comune, l’ex Dg Fragale: “Il dissesto non è opzione politica”

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6' min di lettura

tribunale-messina 1Poca voglia di parlare. Tra i tanti indagati che fanno parte dell’inchiesta sui bilanci pregressi del Comune nessun desiderio di commentare la notizia. In molti, tra gli attuali consiglieri che hanno fatto parte della passata consiliatura, sostengono di non aver ricevuto la documentazione giudiziaria. Discorso inverso, pare, per gli ex assessori della giunta Buzzanca. Una di queste, Elvira Amata, sarà ascoltata nei prossimi giorni dalla polizia giudiziaria. Tra gli esponenti politici le affermazioni, fuori taccuino, sono quelle che approvando il bilancio 2009 lo hanno fatto secondo competenze politiche dopo gli ok giunti da funzionari e Revisori dei Conti e non tecniche. Chi commenta è l’ex direttore generale del Comune, Emilio Fragale, city manager durante la giunta Genovese che ha ricordato vari incontri per discutere delle finanze comunali: “Presentando nel 2006 il Bilancio Sociale dell’anno 2005 così scrivevo: Una rinnovata filosofia dell’amministrazione suggerisce di partecipare al cittadino le scelte, le opzioni ed i processi operati ed avviati dai diversi segmenti dell’Ente. … Riproponiamo, pertanto, questa straordinaria esperienza di condivisione che schiude l’orizzonte ad un altro momento di corresponsabilità: il Bilancio partecipativo”. La mia posizione sul dissesto è sempre stata chiara.

Nel Dicembre 2011 in una nota trasmessa alle testate locali dicevo Alla fine del mese di novembre del 2007, attraverso le pagine di cronaca della Gazzetta del Sud, incuriosito da un intervento del sen. Giampiero D’Alia, nel rammentare che il dissesto è misura di estrema ratio (da dichiarare solo dopo aver previamente dimostrato di avere fatto di tutto per evitarlo) invitavo – tutti – a leggere una relazione di apposita commissione del Ministero degli Interni. L’Organo (Dipartimento per gli affari interni e territoriali, Direzione centrale della finanza locale, Ufficio trasferimenti ordinari agli enti locali e risanamento degli enti locali dissestati), nel mese di aprile del 2010 è ancora intervenuto sull’argomento. Ri-invito – tutti – alla lettura selezionando sul motore di ricerca “finanzalocale.interno.it/docum/studi/dissesto/dissfinoggi.pdf. La condizione del Comune di Messina non è dissimile da quella di altre realtà metropolitane. Mi limito a segnalare che, statisticamente – prosegue Fragale – la distribuzione degli enti dissestati all’interno delle classi demografiche dimostra che il fenomeno è particolarmente accentuato tra i piccoli comuni (non registrandosi nessuna dichiarazione di dissesto nella fascia che comprende Messina) e che la dichiarazione è stata esponenziale a cavallo del ’90 sino ad affievolirsi a una media bassissima negli ultimi dieci anni. Il motivo è semplice: le novelle legislative, susseguitesi nel tempo, hanno scoraggiato l’istituto. A fronte di negative conseguenze socialmente non stimabili … non vi è alcun ritorno “economico-finanziario”. Il dato è sufficiente per evitare la dichiarazione? Certamente no. Tuttavia, dovrebbe indurre – tutti – ad una cautela necessitata e dovrebbe indurre – tutti – ad uno sforzo necessitato al netto di ogni tatticismo pre-elettorale. Fermo restando il ruolo di chi oggi è maggioranza e governa (o dovrebbe governare) e di chi oggi è minoranza e si oppone (o dovrebbe fare opposizione per costruire alternativa) … credo indispensabile e urgente uno sforzo “in comune” operato da competenze e professionalità espresse dai partiti e dai sindacati per offrire, unitamente all’Area economico- finanziaria dell’Ente, scevra ogni preconfezionata visione di parte o di principio, un’analisi trasparente, una traccia lucida, una linea tecnica-amministrativa condivisa. Il dissesto non rappresenta opinione o opzione politica.”

Continuando a non volere inseguire l’umore della piazza mi immedesimo nello stato d’animo di coloro che sono stati raggiunti dalle informazioni di garanzia.

Certo appare paradossale e anche risibile che accanto alla notizia di ipotesi di reato ascritta a carico di 73 persone si legga la notizia (non criminis) di soddisfazione nella dichiarazione dell’assessore prof. Signorino sul consuntivo 2013 “Si tratta di un importante adempimento i cui dati confermano la solidità del percorso di risanamento finanziario dell’Ente avviato lo scorso anno. Dopo la certificazione del rispetto del Patto di Stabilità, si presenta alla città di Messina un bilancio nuovamente in attivo dopo due anni di deficit … Naturalmente c’è ancora strada da fare soprattutto nel campo delle società partecipate dove, comunque, l’Amministrazione comunale ha mosso passi decisi verso il controllo diretto, l’armonizzazione della contabilità, la certificazione congiunta dei debiti/crediti”.

Bah … nel rispetto del lavoro della magistratura inquirente con una indagine che sembra estesa agli anni 2009/2012 (ma che sembra anche concentrata sul 2009) … al netto di prescrizioni e indulgenze tra ciò che viene da lontano e ciò che è destinato a trascinarsi ulteriormente … esorto i componenti dei gruppi consiliari che fanno riferimento diretto e indiretto al Partito Democratico a non restare in religioso silenzio ma almeno di esprimersi confidando – pubblicamente – per ciascuno degli indagati nella possibilità che dimostrino – già in fase di inchiesta – la estraneità e la loro innocenza per mancanza di dolo (generico per il falso ideologico e intenzionale per l’abuso d’ufficio).

Prima che la politica scadesse in bagarre sul “bilancio” non si scherzava – conclude Fragale – non si prendevano posizioni di comodo, non si votava a secondo della appartenenza precostruita alla maggioranza e alla minoranza.

Faccio parte del sistema? Faccio parte della casta? Faccio parte di coloro che hanno affossato la città? Ognuno la pensi come vuole”.

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